Nasce la prima scuola phone free nel nostro Paese. Per gli studenti del liceo di San Benedetto di Piacenza, il nuovo anno scolastico sarà caratterizzato da una novità che arriva direttamente dagli Stati Uniti. La tecnologica custodia Yondr “sequestrerà” gli smartphone dei ragazzi per l’intero svolgimento della giornata scolastica: una vera e propria “sorpresa” al primo suono della campanella. La tasca schermerà tali dispositivi una volta inseriti al suo interno, e saranno sbloccati dai docenti solamente al termine delle lezioni.
Che sia una nuova era per i rapporti tra insegnanti-allievi e scuola- famiglie? Saranno pronti i ragazzi di oggi, così dipendenti dal mondo virtuale dei social, a questa “drastica” svolta? Ad esserne entusiaste sono le famiglie che si sono mostrate molto soddisfatte della scelta.
“Siamo la prima scuola phone-free d’Italia. Non lo consideriamo né un’imposizione né un divieto. Siamo invece convinti che sia un’opportunità per i nostri studenti di poter andare oltre. Certo, non li lasceremo soli in questa situazione, ma li aiuteremo nel tempo a capire questa scelta, e a guardare appunto alle stelle”, spiega il preside del liceo Fabrizio Bertamoni, nonché docente di filosofia, citando Stephen Hawking, il geniale astrofisico scomparso recentemente
A spingere il preside dell’istituto in questa direzione è stato principalmente l’uso improprio e non sempre corretto dei telefoni da parte dei giovani. L’obiettivo principale a cui oggi puntano, grazie a questa questa innovazione, è la volontà da parte di istituzioni scolastiche e professori di portare i ragazzi fuori dall’isolamento virtuale in cui si autocostringono, incoraggiandoli così ad una maggiore socializzazione.”Crediamo che il loro utilizzo stia diventando sempre più una fonte di distrazione, di comportamenti antisociali e di conflitto, sia a scuola che a casa”, aggiunge il preside phone free.
“Lo scienziato Stephen Hawking diceva di non smettere mai di guardare alle stelle. Il senso più profondo di questa novità – aggiunge Bertamoni – è proprio aiutare gli studenti a togliere gli occhi dal display per alzarli al cielo, ad andare metaforicamente oltre, verso qualcosa di più elevato”.
E.S., G.C.
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