Abebe Bikila, il maratoneta etiope campione olimpico ai Giochi di Roma 1960 dove conquistò la prima medaglia d’oro olimpica del continente africano, scomparso prematuramente nel 1973 all’età di 41 anni, è un mito ancora vivo nella memoria di tanti appassionati di sport e di maratone in particolare.
E’ un’entità in carne ed ossa, invece, per il Campidoglio che questa mattina nel pubblicare sul proprio sito la notizia della prossima corsa “Roma Appia Run”, che si correrà domenica 15 aprile, per una svista (o scarsa conoscenza storica) ha scritto:
“Guest star il campione olimpico della maratona del 1960, l’ottantaseiennne Abebe Bikila che correrà insieme ai partecipanti”.
Un fantasma, dunque, potrebbe aggirarsi tra le migliaia di partecipanti alla 20esima edizione della gara agonistica che ogni anno si caratterizza per il record storico di iscritti – nel 2017, quando vinsero due italiani, parteciparono ben 3715 atleti oltre ai circa 700 non competitivi sulla 13 km e altri 1000 sulla 4km per un totale che ha sfiorato i 6000 partecipanti .
Il fantasma sarebbe proprio quello di Abebe Bikila, la guardia personale dell’imperatore Hailé Selassié, rimasto nella storia delle olimpiadi oltre che per i suoi grandi successi anche per avere corso a piedi nudi (fu una scelta tecnica concordata con il suo allenatore, lo svedese Onni Niskanen, ma non si ripetè ai Giochi di Tokio, 1964, dove l’etiope conquistò un’altra medaglia). Bikila, a causa di un incidente stradale che lo lasciò paralizzato dalla vita in giù smise di correre. Ma seppur impossibilitato nell’uso degli arti inferiori non perse la forza di continuare a gareggiare nel tiro con l’arco, nel tennistavolo e perfino in una gara di corsa di slitte in Norvegia. Nel 1972 partecipò inoltre alle paralimpiadi di Heidelberg , e quella fu la sua ultima performance sportiva prima della morte improvvisa per emorragia cerebrale.
In considerazione della ‘svista’ capitolina, che comunque dopo qualche ora è stata rimossa, l’ipotesi è che il malcapitato cui è capitato l’onere di postare la notizia, non conosca la storia di Abebe né si sia documentato. Ma più facilmente si sia lasciato confondere da quanto scritto sul sito ufficiale della Appia Run: “Una gara da correre insieme al mito di Abebe Bikila che su questi sampietrini e sul basolato lavico dell’Appia Antica vinse la Maratona Olimpica del 1960”.
Oggi, a quarantacinque anni dalla dipartita, di Bikila possiamo conservare il ricordo, documentato dai filmati Rai dell’epoca, della sua gara irripetibile sulla via Romana per eccellenza costellata di fiaccole come duemila anni prima, e del traguardo, guadagnato con i suoi piedi nudi, sotto l’arco di Costantino. Il più straordinario contrappasso immaginabile: un atleta etiope vincitore della Maratona a Roma, capitale imperiale della nuova Italia fascista che aveva massacrato il suo popolo, devastando terre e uccidendo civili inermi.
A.B.
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