“I fatti miei mi annoiano sempre a morte – diceva Oscar Wilde- preferisco quelli degli altri”.
Il pettegolezzo è da sempre un fenomeno molto diffuso, tanto da essere oggetto di studio anche per psicologi sociali, e c’è chi ritiene che dedicarvi del tempo possa essere una buona formula anti-stress. Certo è che, per essere tale, quello che gli inglesi chiamano ‘gossip’ facendolo derivare da God-sibb (letteralmente una persona collegata ad un’altra per volere di Dio, cioè il rapporto particolare di due persone molto intime, che parlano di questioni personali, ma anche di relazioni, condividendo molti segreti), non deve mancare di questi elementi: deve riguardare una terza persona, la persona deve essere assente al momento in cui se ne parla, la persona di cui si parla deve essere conosciuta, anche indirettamente, dai pettegoli, oltre a fatti e informazioni devono essere espressi dei giudizi valutativi, anche solo con il linguaggio del corpo.
Attenti, però, che se dire male degli assenti può essere un toccasana per chi non ha argomentazioni proprie e può avere invece una certa dose personale di acrimonia nei confronti dello ‘sparlato’, la leggerezza di un pettegolezzo, scrive lo Studio Cataldi , può diventare anche molto pericolosa e valere una condanna per diffamazione. “La Corte di cassazione, con una sentenza (la numero 8348 del 2013) – scrive lo Studio Cataldi sul sito – ha reso definitiva la condanna di un uomo che aveva ‘spettagolato’ appunto, di una relazione adulterina in cui era coinvolta una vicina di casa”. La Corte, si legge, ha peraltro precisato che la condanna non aveva nulla a che vedere con la verità della notizia. “Il diritto dei cittadini alla riservatezza per i giudici possono essere messi in secondo piano – concludono – solo se c’è un pubblico interesse alla diffusione della notizia, ma non di certo sempre e comunque, anche quando manca il bisogno sociale a divulgare il fatto”.
Una precisazione, a questo punto, sull’integrazione con il reato di diffamazione: ciò avviene quando la reputazione di una persona non presente (che è l’interesse tutelato dalla norma) viene offesa in qualsiasi modo. Trattasi, del resto, di reato di mera condotta e a forma libera. È tuttavia necessaria la comunicazione con più persone, ovverosia la diffusione della notizia incriminata. Se poi l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato (come nel caso dei pettegolezzi) il reato è addirittura aggravato ai sensi dell’articolo 595, secondo comma, del codice penale. Dunque, il pettegolezzo, come ha detto Woody Allen, e’ come una sigaretta: piacevole ma poco sano. In definitiva, il “vivi e lascia vivere” assicura a chi si fa i fatti suoi un’esistenza più serena e forse anche più lunga. Certamente gli garantisce una fedina penale immacolata!
A.B.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy