Abbiamo incontrato Antonio Giuliani impegnato fino al 16 aprile al Teatro Italia con il suo nuovo spettacolo “Nato in Italy” e ci siamo soffermati sulle tematiche che vengono affrontate sempre con quella pensosa leggerezza che contraddistingue tutti i suoi lavori teatrali. Ancora una volta il focus è sull’Italia, paese colmo di storia e cultura, le cui bellezze ci invidiano in tutto il mondo e che forse siamo proprio noi italiani a non apprezzare fino in fondo.
Torna spesso nei suoi ultimi spettacoli l’orgoglio e la fierezza di essere italiani. Come mai?
“Nato in Italy” chiude un ciclo, iniziato quattro anni fa. Volevo parlare della nostra nazione, non solo di rapporti di coppia, e comunicare un amore talmente forte per l’Italia da sfociare anche in disprezzo, un attaccamento che porta necessariamente ad arrabbiarsi. Il primo della serie era “Chi non muore si rivede” con una vena di patriottismo ed una sottile polemica verso la Merkel. Il concetto era che non bisogna mai dare gli italiani per morti, per spacciati, perché sono capaci di riprendersi quando meno te l’aspetti. Il secondo “Menomale che ‘magno’ da mia madre” era più impostato sul concetto di crisi economica. Gli italiani, in extremis, usano l’escamotage della mamma e, male che vada, hanno sempre un piatto pronto che li aspetta. Il terzo, “Fatece largo” era più politico e dava il 70% della colpa per la crisi imperante alla classe dirigente. “Nato in Italy” è appunto l’ultimo della serie.
Lei ha l’innata capacità di “essere sempre sul pezzo” come si dice in gergo giornalistico. Come fa ad essere così attuale?
Insieme alla nostra equipe di autori ci sentiamo una sorta di Nostradamus del cabaret perché abbiamo la peculiarità di scrivere prima degli eventi. In un certo senso li evochiamo, anticipandoli. Il nostro è anche un work in progress. Lo spettacolo che va in scena dopo una settimana non è lo stesso del debutto perché nel frattempo tolgo delle parti, mi accorgo di ciò che funziona, di ciò che arriva al pubblico o no. Siamo in continuo fermento ed evoluzione. Questo è il segreto.
Non solo la bravura nell’anticipare le tendenze, anche la curiosità e il continuo aggiornamento aggiungerei io. Sono presenti episodi di soli 3 mesi fa. E’anche questo che fa leva sul pubblico, no?
Certamente. Parlo ad esempio del disastro successo il 28 novembre, che quasi nessuno conosce, perché non ha avuto molto riscontro mediatico. Una nave russa incagliata nei ghiacci dell’Antartide ed il fallimento dei soccorsi, con la gente che stava morendo: ho reso comico un fatto drammatico. Oppure la telefonata del Papa fatta alle suore di clausura che è di questo Natale o l’episodio della suora rimasta incinta a Rieti che ha partorito a gennaio.
Lo spettacolo verrà ripreso anche in tv?
Si, l’11 e 12 aprile verrà ripreso e andrà in onda su “Comedy Central” a maggio.
Nel frattempo starà già lavorando al suo prossimo spettacolo. Può anticiparci qualcosa?
Il prossimo sarà sicuramente più leggero e forse si chiamerà “Identikit”, perché essendo ormai invasi dagli stranieri bisogna fare un identikit per trovare un italiano puro.
E in tv la rivedremo presto?
E’ appena finito “Il peccato e la vergogna” che è stato un successo. Questi giorni ho un incontro per una nuova fiction di cui però ancora non so nulla.
Un progetto a cui tiene particolarmente?
Dal 5 maggio presso il Centro Culturale Gabriella Ferri ci sarà un laboratorio teatrale gratuito curato da me e dai miei collaboratori Alessandro Barca e Maurizio Francabandiera. Il laboratorio è rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. Le selezioni si terranno il 7 e l’8 aprile tramite provini. I candidati dovranno portare un testo a piacere, non per forza comico, dai 3 ai 5 minuti. Il corso durerà inizialmente tre mesi, due volte a settimana per 4 ore al giorno.
Può dare maggiori informazioni per chi volesse partecipare ai provini?
I provini si terranno nel Centro Gabriella Ferri, sito in via Galantara 7 il 7 aprile dalle 9,30 ale 18,30 e l’8 aprile dalle 9,30 alle 16. Chi è interessato può telefonare allo 06.671073581 oppure scrivere a info.gabriellaferri@zetema.it. Il sito di riferimento è www.centriculturali.roma.it. Bisogna presentarsi muniti di curriculum vitae e di due-tre foto recenti.
Non solo quindi autore e comico di qualità, capace di catalizzare gli eventi ed anticipare le tendenze, ora anche promotore e scopritore di giovani talenti, Antonio Giuliani non smette mai di stupirci. D’altronde chi ama veramente l’Italia punta alle nuove leve, a valorizzarne la linfa creativa, futuro di questo Paese. Per questo vale la pena di seguirlo sempre, a teatro e non, in attesa della prossima gradita sorpresa.
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