Potrebbe essere finalmente arrivato l’epilogo di una vicenda vergognosa che vede un terrorista assassino, Cesare Battisti, condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi, in fuga ma libero da quasi 30 anni. In Brasile l’ex appartenente ai proletari Armati per il Comunismo (Pac) giunse dalla Francia nel 2004 dove, evaso da un carcere italiano, si era rifugiato nel 1980. Ora un giudice del Tribunale Supremo brasiliano, Luiz Fux, ha ordinato il suo arresto, un mossa che apre la strada all’estradizione in Italia dell’ex terrorista dei Pac da parte dell’attuale presidente Michel Temer e del nuovo, Jair Bolsonaro, che si insedierà il prossimo primo gennaio. Ma Battisti è scomparso dalla sua residenza abituare già da qualche giorno, tanto che la polizia federale brasiliana ha diffuso 20 foto segnaletiche in diversi possibili travestimenti.
Sulla testa di Battisti pendono due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del ’78, e quello dell’agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, dove il terrorista sparò materialmente. Nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre il 16 febbraio del ’79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell’uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore.
Con la sua decisione, il giudice Fux ha accolto la richiesta della procuratrice generale Raquel Dodge, dell’arresto preventivo di Battisti, una misura definita “necessaria” per “evitare il rischio di fuga e per assicurare l’eventuale futura estradizione in Italia”. A questo proposito il giudice Fux ha ricordato quando nell’ottobre 2017 Battisti è stato fermato a Corumba, sulla frontiera con la Bolivia, mentre, secondo quanto dichiarato dalle autorità, cercava di attraversare il confine con dollari ed euro non dichiarati.
Il Tribunale Supremo brasiliano aveva votato già nel 2010 per estradizione di Battisti, condannato in Italia per quattro omicidi, ma l’allora presidente Luiz Inacio Lula da Silva la negò concedendogli lo status di rifugiato. Sottolineando la natura “strettamente politica” di quella decisione, il giudice Lux ha quindi affermato che il nuovo presidente potrà rivederla. “E’ nella stessa natura degli atti prodotti nell’esercizio del potere sovrano la loro reversibilità”, scrive il giudice. Gli avvocati di Battisti ovviamente sostengono che quella decisione di Lula di negare l’estradizione sia irrevocabile. In attesa comunque di leggere il dispositivo della decisione del giudice, per il momento non hanno rilasciato commenti, si legge ancora sul sito del giornale brasiliano che ricorda che ora i legali potranno presentare un ricorso urgente per evitare l’arresto.
“Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente @jairbolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, ‘regalando’ a Battisti un futuro nelle patrie galere”. Lo scrive su twitter il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, appresa in mattinata la notizia della richiesta di arresto per l’ex terrorista dei Pac il cui intento nel biennio ’78-79 fu quello di colpire, oltre ad esponenti delle forze dell’ordine, i commercianti che si erano difesi durante i cosiddetti ‘espropri proletari’. Proprio per questo nel mirino dei Pac finirono il macellaio di Venezia Sabbadin e il gioielliere di Milano Torregiani. In quest’ultimo caso, poi, all’omicidio, si aggiunse un’ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere, Adriano, venne colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse, e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle.
A.B.
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