Nel partito democratico la quadra dei conti su candidature, seggi da Rosatellum e scontri sui collegi uninominali non fa dormire sonni tranquilli al segretario Matteo Renzi e ai suoi più stretti collaboratori del cerchio più o meno magico del Nazareno. Ed è proprio uno dei petali del giglio toscano, che negli ultimi giorni ha continuato a perdere smalto e baldanza, a destare le maggiori preoccupazioni del rottamatore. Il suo nome è Maria Elena Boschi, il discusso ex ministro per le Riforme costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, incappata nelle note vicende di Banca Etruria, ora alle prese con l’inevitabile redde rationem, che per ragioni di opportunismo e convenienza, inevitabilmente si scatenano quando un personaggio di spicco mette un ginocchio a terra. Ma le elezioni soprattutto quando sono nazionali, come si sa, stimolano appetiti e permettono di saldare conti in sospeso.
Partita superblindata da Renzi incurante dei mugugni e degli attacchi interni (soprattutto dalla componente che fa capo al ministro della giustizia Andrea Orlando) e candidata inizialmente sia sul proporzionale che in un collegio sicuro in Toscana, alla fine la ministra incapace di un passo indietro dopo essere stata sbugiardata in Parlamento sulle vicende che coinvolgevano il padre, il partito decideva di candidarla a Bolzano. Renzi aveva deciso di evitare nuove grane e decideva di appoggiare l’arrogante ma fedele amica, in una area dove il Pd conta poco ma dove gli alleati della Svp pesano tanto, il Trentino Alto Adige appunto.
Ma Renzi stavolta aveva fatto male i conti ignorando tradizione e storia di quei luoghi dove l’autonomia è sacra. Anche dai partiti. E a guastare la festa facendo slittare ogni decisione per il momento, l’ex segretario della Svp Siegfried Brugger che dice, è “assolutamente incomprensibile” e “un errore capitale” il sostegno del suo partito a una candidatura di Elena Maria Boschi a Bolzano. Secondo l’ex parlamentare, il sostegno al Senato per Gianclaudio Bressa è “abbastanza comprensibile perché ha fatto davvero tanto per l’Alto Adige, mentre la sottosegretaria Boschi ancora nell’ottobre del 2014 aveva chiesto l’abolizione delle autonomie speciali”.
Brugger sottolinea che “Boschi è molto contestata nel proprio partito e sotto forte pressione per il caso Banca Etruria”. “Comprendo – aggiunge – che il segretario del Pd Renzi non voglia candidare la sua fidata in Toscana ma in un collegio ‘sicuro’, come quello dell’Alto Adige, che invece la Svp si presti a questo gioco è imperdonabile”. “Finora – conclude l’ex parlamentare – la Svp, come serio partito di una minoranza linguistica, aveva come massima il principio di non intromettersi in nessun modo nei problemi interni di un partito nazionale”.
C.E.
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