Un cubo di vetro e acciaio: è la nuova palestra di boxe, sintesi di un progetto di due università, Napoli e Toledo, ideata per uno dei più famosi quartieri di Napoli, il rione Sanità. La struttura dal valore simbolico ma anche concreto, intende attirare i ragazzi togliendoli strada, per evitare che finiscano assoldati dalla camorra. Il progetto che si intitola “Boxe al Rione Sanità” è promosso dalla Fondazione di Comunità San Gennaro e l’Altra Napoli onlus, in collaborazione con il gruppo sportivo Fiamme oro e la Federazione italiana di boxe.
Una scatola leggera, in acciaio bianco e grandi vetrate, si poggerà come una nuova lampada nel centro del cortile dell’Ozanam ad accogliere i ragazzi che faranno boxe al suo interno. All’occorrenza potrà essere aperta completamente, al piano terra, e diventare un tutt’uno con lo spazio della corte permettendo di partecipare a competizioni o eventualmente anche a rappresentazioni musicali o teatrali.
Il chiostro, oggi in una situazione di degrado che ne ha fortemente alterato l’integrità originaria, riprenderebbe vita usando la bellezza della sua storia per accogliere quella dell’architettura e della tecnica ingegneristica contemporanea, come accade nelle più avanzate culture europee dove il bene culturale vive nuova vita grazie all’incontro con la contemporaneità e in particolare con la parte di città in cui vive, spesso divenendone arma di riscatto. Il complesso, nelle intenzioni di Fondazione San Gennaro, dovrebbe diventare un centro polifunzionale attivo nelle 24 ore di ogni giorno dell’anno grazie a una scuola dell’infanzia, a una serie di spazi di aggregazione per la comunità locale, a un tetto giardino e a vari spazi per attività di diverse associazioni che confluiscono nella costellazione della Fondazione san Gennaro. La fase di inaugurazione “Boxe al Rione Sanità” prevede per oggi la presentazione del progetto, in attesa del completamento del quale viene allestita una palestra provvisoria nella sagrestia della Basilica della Sanità, sia la riprogettazione, successiva, degli spazi del chiostro dell’Istituto Ozanam alla Sanità che grazie alla nuova struttura verrà restituito a nuova vita.
La spiegazione del progetto pilota è stata affidata a Nicola Flora docente della facoltà di Architettura delle Federico II che ha precisato il motivo per cui il progetto è stato chiamato ‘LuxBox’: “Per la sua vocazione simbolica a divenire una vera scatola che porta luce a tutto il rione, richiamando ragazzi, bambini e intere famiglie a vivere il nuovo complesso nella sua interezza per l’intero arco delle 24 ore, il progetto non manca di avere misure che rimandano ai rapporti geometrici della corte in cui si inserisce e che si relazionano alla simbologia della tradizione cristiana”. Il progetto sarà condiviso con gli abitanti del quartieri ai quali verrà illustrato dagli architetti delle due facoltà che vi hanno lavorato.
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