Nigel Farage si dimette. Lo ha annunciato oggi il portavoce del partito, Herman Kelly. Il leader euroscettico per eccellenza, l’uomo simbolo del Brexit britannico e segretario dell’Ukip ha dichiarato di volersi dimettere dalla carica del partito che ha fondato, ma si terrà quella di deputato nell’Europarlamento, di presidente dell’Efdd, altro gruppo euroscettico, nel quale l’Ukip è alleato del M5S.
A quanto pare, la vittoria del Leave non ha segnato un nuovo slancio per Farage: “la vittoria del Leave nel referendum significa che ho raggiunto la mia ambizione politica” ha detto il leader dell’Ukip, aggiungendo infatti di aver “preso la decisione dopo il referendum”.
Stranamente, Farage aveva già parlato di un suo possibile ritiro, ma dopo gli scarsi risultati ottenuti dal suo partito alle elezioni politiche britanniche del 2015. Le sue dimissioni però erano state rifiutate dalla direzione del partito e lui le aveva ritirate.
Ed è bufera anche all’interno del Partito Conservatore, alla ricerca di un leader in sostituzione di David Cameron. Il primo voto che servirà a ridurre i partecipanti al numero di quattro sarà domani, ma la ministra dell’Interno Theresa May ha accusato proprio l’Ukip di Farage di interferire con le candidature, sostenendo quella di Andrea Leadsom, sottosegretaria all’Energia ed esponente del fronte Leave al referendum di giugno scorso. I sospetti dei sostenitori della May hanno trovato conferma nel fatto che la Leadsom si è rifiutata di escludere un coinvolgimento dell’Ukip fra i partiti dell’opposizione con cui il governo si presenterà per negoziare con l’Europa la sua uscita dalla Comunità.
P.M.
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