Sequestrato e torturato per ore da quattro coetanei. Legato con del filo elettrico, minacciato con un coltello, picchiato sui piedi con una spranga di metallo ed un bastone chiodato.
Messico? Narcos…? No, Varese, la città dell’opulenza, della ricchezza e dell’ostentazione. Uno studente quindicenne è stato costretto a subire le sevizie dai suoi aguzzini che volevano estorcergli informazioni su un suo amico che la banda stava cercando. Uno dei giovani gli avrebbe anche strappato l’orecchino per poi indossarlo in un video postato su Instagram, ora al vaglio di inquirenti e investigatori che sulle indagini vogliono mantenere il più stretto riserbo in attesa di ricostruirecon precisione quel che è accaduto e individuare le esatte responsabilità a partire da chi ha ideato il piano poi messo in atto la scorsa settimana dalla ‘banda’. Secondo quanto denunciato dalla madre, il 15enne sarebbe stato prelevato davanti a una scuola media di Varese da quattro coetanei (in realtà solo più piccoli, in quanto frequentatori delle medie)che conosce solo di vista. Sarebbe poi stato rinchiuso per qualche ora in un garage, legato a una sedia con un filo elettrico e, oltre ad essere stato preso a secchiate di acqua e sapone, sarebbe stato picchiato con una spranga di metallo sui piedi. I quattro lo avrebbero poi minacciato con una mazza chiodata, con un coltello puntato alla gola e addirittura di farlo attaccare da due pitbull di un loro parente. Minacce che sono proseguite anche dopo che il ragazzo, che nel box ha perso anche conoscenza, è tornato a casa e in stato di shock è stato ricoverato in ospedale. Oltre al sequestro di persone e alle lesioni aggravate, non è escluso che alla gang possano essere contestati altri reati.
La violenza tra giovani dilaga. Questo è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di atti di prevaricazione che dimostra come la soglia dell’aggressività, brutalità, durezza anche tra i minori abbia ormai preso una deriva preoccupante. Stupri di ragazze, filmati e messi in rete dagli autori o da amiche sghignazzanti, accoltellamenti tra i banchi di scuola, lancio di oggetti all’insegnante, sediate comprese, da parte di una classe, professori bullizzati…
E su tutti gli episodi aleggia un grande senso di impunità, spesso corroborato dalla complicità dei genitori. L’ultimo fattaccio di Varese conferma che quello della violenza minorile, vile, bieca e senza senso ha ormai imboccato una strada che preoccupa famiglie, scuola e istituzioni.
E.R.
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