La guerra in Libia? Sta per cambiare. Gli Stati Uniti sono pronti ad inviare droni sui cieli nordafricani. Una decisione, quella di utilizzare gli aerei senza pilota, legata alla “situazione umanitaria” nel paese nordafricano e alla possibilità di fare ricorso a “potenzialità” di cui non dispongono altri tipi di velivoli, in particolare per evitare vittime civili. L’annuncio del segretario alla Difesa Robert Gates è giunto, nelle stesse ore in cui da Tripoli si levavano nuove minacce contro l’Italia e i suoi alleati francesi e britannici, colpevoli di avere annunciato l’invio di istruttori per i ribelli in lotta contro le forze governative.
“Questi Paesi devono stare attenti alle conseguenze di una simile decisione”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri attraverso la televisione di Stato. Una minaccia – informa il sito www.rassegna.it – poi estesa all’intera comunità internazionale: se la Nato dovesse decidere di invadere Misurata o qualunque altra città libica, il regime armerà i civili e farà in modo di scatenare un inferno. Un altro segnale di un cambio di rotta nel conflitto è l’arrivo, stamane del senatore Usa John McCain a Bengasi. McCain ha visitato il quartier generale degli insorti, nella città loro roccaforte. McCain, che è il politico Usa di più alto rango ad arrivare a Bengasi e che incontrerà i leader del Consiglio Nazionale Transitorio, è stato accolto al suo arrivo nella sede dei ribelli da una folla di una cinquantina di persone, che scandivano slogan inneggianti agli Usa: “Libia libera, Gheddafi se ne vada: grazie America, grazie Obama”. La Nato sembra aver intensificato i suoi raid contro la catena di commando delle truppe di Muammar Gheddafi. E’ quanto riferisce l’inviato della ‘Cnn’ a Tripoli, che parla di almeno tre forti esplosioni udite nella notte nella capitale libica, che sarebbe stata sorvolata molte volte dai caccia della coalizione.Intanto, il segretario di Stato Hillary Clinton ha affermato che la campagna Nato in Libia può essere paragonata all’intervento del 1999 in Kosovo, che aveva segnato l’inizio della fine del presidente serbo Slobodan Milosevic. “Siamo in azione da relativamente poco tempo”, ha detto il segretario di stato Usa alla stampa, “vi ricordo che gli Stati uniti con i loro partner hanno bombardato i bersagli in Serbia per 78 giorni”, ha spiegato ieri sera. Interrogata sull’assedio della città libica di Misurata, il capo della diplomazia americana ha parlato di “disumanità” e ha denunciato il regime del colonnello Muammar Gheddafi “per aver attaccato direttamente i civili”.Clinton ha anche evocato, pur senza farle proprie, le informazioni di Human Rights Watch sull’utilizzo di bombe a grappolo contro il popolo libico. Il regime, da parte sua, si è detto “molto rattristato” per la morte di Tim Hetherington e Chris Hondros, i due giornalisti uccisi da un colpo di mortaio nella città assediata di Misurata.Gli uomini del colonnello, nella giornata di ieri, hanno infine consentito a Clare Morgana Gillis, la giornalista americana detenuta da 16 giorni in Libia, di contattare la famiglia. La giornalista è stata fermata il 5 aprile scorso vicino a Brega, nell’est della Libia assieme a due colleghi, l’americano James Foley di GlobalPost e il fotografo spagnolo Manuel Bravo, della European Pressphoto Agency. “I suoi genitori ci hanno detto che non ha subito maltrattamenti”, ha fatto sapere la sua rivista, The Atlantic.
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