Una nuova perizia sulle tracce di Dna ribalterebbe la posizione di Raffaele Sollecito nell’ambito del processo sull’omicidio di Meredith Kercher. I nuovi esiti non considerano infatti attendibili quelli isolati precedentemente dalla polizia scientifica sul gancetto del reggiseno indossato dalla giovane americana quando venne uccisa e sul coltello considerato l’arma del delitto.
Uno spiraglio di luce per Sollecito che ribadisce la sua posizione: “Non sono mai entrato nella camera dove venne uccisa Meredith e non ho mai conosciuto Rudy Guede, io con il delitto non c’entro”. Il suo avvocato, Maori, in attesa della sentenza si mostra fiducioso ma non si sbilancia: “Non siamo ancora alla fine del processo. La perizia è stata una tappa importante e siamo a buon punto. Però ancora non abbiamo vinto. Occorre andare avanti”. Nessun commento invece da parte del giudice Giancarlo Massei che asserisce: “ Non è compito dei giudici commentare. Quanto accaduto fa parte della fisiologia dei processi”. Nel processo di primo grado aveva presieduto la Corte d’Assise che aveva condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox a 26 e 25 anni di carcere in base ai risultati della perizia.
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