Il ‘colpo di grazia’ del presidente della Repubblica è certo che non arriverà. Il Quirinale ribadisce: “Si sono ora manifestati giudizi e propositi di estrema gravità, privi di ogni misura nei contenuti e nei toni”.
E il Cavaliere che fino a sabato si aspettava un ‘motu proprio’ da parte del Capo dello Stato, che a detta sua, non avrebbe dovuto avere “un attimo di esitazione a dare – senza che la richieda, perché ho la dignità di non chiederla – un provvedimento che cancelli questa ignominia dei servizi sociali”, non si rassegna.
Se alla convention dei giovani di Forza Italia aveva parlato del voto per la sua decadenza come di un ‘golpe’ – e proprio questop aveva scatenato il disappunto del Quirinale – anche oggi, quindi, di buon mattino (lo dice lui che non riesce a dormire, e certo non per vecchiaia) ai microfoni di RaiUno, nella trasmissione ‘Prima di tutto’ ribadisce che “quello che sta succedendo in Parlamento ad opera della sinistra, non vedo come si possa chiamare in modo diverso da colpo di Stato, partendo da una sentenza politica, che io ho definito criminale, e che punta a sottrarre al centro-destra il leader capace di vincere le elezioni, spianando così la strada alla conquista definitiva del potere da parte della sinistra”.
Ma Silvio Berlusconi non è avvelenato solo per la posizione di Napolitano e per l’avvicinarsi del dies a quo non entrerà più a Palazzo Madama. Gli brucia molto, anzi moltissimo, la decisione del Nuovo Centrodestra di non scendere in piazza nella manifestazione del 27 novembre.
“È una cosa che riguarda loro – dice il Cav – hanno sempre dichiarato che avrebbero preso le mie difese come se fossero ancora dentro il nostro movimento politico, vedremo come si comporteranno e tutti potranno giudicare”.
C’è da dire che di decadenza come di “una grande ingiustizia, per l’ applicazione retroattiva di una norma penale” Angelino Alfano aveva parlato anche ieri, ospite de L’Arena di Giletti su RaiUno, motivando in questo modo il “per questo voteremo contro”.
“Abbiamo un atteggiamento lineare e coerente ma non riteniamo – rivendica il leader Ncd – che dopo la decadenza si possa lasciare il Paese di fronte a una crisi al buio, sfasciando tutto”.
Delle parole “sgangherate” di Silvio, in riferimento alla sua prossima decadenza, ha parlato Guglielmo Epifani.
“Ricordo che Berlusconi disse che la condanna non avrebbe influito sulle scelte politiche sue e del partito, ieri ha usato l’espressione “colpo di Stato” e ha fatto ragionamento incomprensibile sulla grazia – ha detto il segretario del Pd alla convention del partito – Sono “moduli ed espressioni sgangherati da una parte e assolutamente irricevibili. Non ha né la forza né la ragione, sta creando un clima pesante che finirà per non fare bene a lui, al suo partito o al Paese”, ha assicurato Epifani.
Cosicché questa mattina in radio il Cav non risparmia neanche l’ex segretario Cgil.
“Epifani dovrà vergognarsi finché campa di aver commesso un atto indegno, visto che la decadenza si basa su una sentenza che non sta né in cielo né in terra, grida vendetta davanti a Dio e agli uomini. Questa sinistra vuole chiudere l’ operazione nei miei confronti, attraverso il suo braccio giudiziario. Ha cercato di farlo perché in questi 20 anni io ho sottratto molte volte il potere alla sinistra stessa. Adesso – ha ricostruito Berlusconi rispondendo alle domande della trasmissione “Prima di tutto” – dopo che la sinistra era riuscita a farmi dimettere da capo del governo dopo le elezioni vinte con largo margine nel 2008. Nel 2011, grazie al passaggio alla sinistra prima di 35 deputati a causa di Fini poi di altri deputati stava per toglierci la maggioranza; quindi io fui pressato affinché dessi le dimissioni senza avere un voto di sfiducia dal Parlamento. Mi si disse: per il bisogno generale serve un governo tecnico, ora questo fu solo l’ epilogo di quello che mi si fece contro”.
“Alla manifestazione del 27 non ci andiamo -ha detto Guido Crosetto intervenendo ad Agorà, su RaiTre – La decadenza deriva da una legge. Il Senato anticipa l’ effetto della legge. Il Senato poteva aspettare, ma è solo una questione di giorni. È stato uno schiaffo, ma cambia poco. La manifestazione è una risposta sbagliata, così come l’anticipazione decisa dal Senato. Berlusconi non ha bisogno di essere in Senato, anzi, l’uscita gli permetterà di alzare i toni. Potrà dire che cose che finché appoggiava il governo non poteva dire. Parleremo per i prossimi mesi ancora di Berlusconi, invece di affrontare i problemi reali del Paese”.
“Sono assolutamente convinto che la sentenza di condanna definitiva della Cassazione sia ingiusta e che sia stato condannato un innocente. Perciò se, come mi auguro, arriveranno carte in grado di riaprire il processo, sarà doveroso rinviare il voto sulla decadenza. Sono convinto che il presidente Grasso sarà il primo, nel caso di elementi nuovi, a chiedere la sospensione della procedura”.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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