Con la crisi economica dilaga il ricorso a strutture inadeguate ed operatori abusivi. Regione Lombardia e medici specialisti lanciano l’allarme.
Il desiderio di rimanere giovani e sentirsi belli anche ad “una certa età”, magari solo con qualche ritocco qua e là. Ma c’è da fare i conti con la crisi economica, con la scarsezza dei soldi a disposizione. Per questo, possono diventare allettanti offerte e pubblicità che sempre più spesso offrono interventi chirurgici ed estetici a basso costo. A volte si tratta semplicemente di strategie commerciali, si riduce il prezzo per non perdere lavoro.
Ma il rischio è dietro l’angolo e si nasconde proprio dietro tariffe “troppo” stracciate. Le strumentazioni, le misure di sicurezza, le apparecchiature mediche e gli strumenti chirurgici costano. E al di sotto di certe soglie non si può scendere. Se il prezzo è troppo basso, allora la struttura potrebbe essere scadente ed inadeguata. Fino al caso limite, più diffuso di quanto si creda, di operatori non qualificati, se non addirittura abusivi.
A mettere in guardia contro i rischi degli interventi “low cost”, le associazioni che raggruppano gli operatori e le strutture del settore. A lanciare l’allarme, tra gli altri, il presidente dell’‘Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), Giovanni Botti.
La sicurezza di ogni intervento chirurgico si basa sulla scelta di un serio operatore e sulla qualità della struttura dove viene effettuato. Si tratta di un fenomeno dilagante, presente soprattutto in grandi città come Milano, dove alcuni medici propongono interventi di rilievo, aumento o riduzione/riposizione del seno, addominoplastica, lifting del viso, in ambulatori chirurgici non adatti a garantire prestazioni sicure. Queste offerte di chirurgia “low cost”, apparentemente vantaggiose, espongono invece i pazienti a rischi che in un Paese civile non si dovrebbero correre. Ciò è dovuto anche al fatto che alcune regioni non hanno ancora definito con precisione i confini fra le varie strutture sanitarie e questa confusione facilita chi cerca solo di accrescere la propria clientela con prezzi molto contenuti, ma a basso livello di sicurezza”.
Già, i prezzi. Contenuti, bassi, ma a volte addirittura stracciati. È questo il primo indicatore che dovrebbe far riflettere e spingere alla cautela.
Prezzi troppo bassi celano interventi praticati in ambienti non idonei, talvolta eseguiti da mani poco esperte o con tecniche inadeguate o insufficienti. Spesso si tratta di semplici “specchietti per allodole”: il medico dice che la proposta non è applicabile e propone alternative più costose. Quando c’è di mezzo la salute conviene verificare ogni dettaglio prima di accettare proposte apparentemente appetibili, ma a dir poco sospette”, spiega Botti.
L’Italia si piazza con sorpresa al sesto posto nella classifica mondiale per numero di interventi. L’Asia si conferma il continente dove la chirurgia plastica è più diffusa:
I paesi asiatici detengono, in particolare, il record di rinoplastiche. Nella classifica della “plastica al naso” svetta la Cina che, con il 10.8 per cento dei casi, quest’anno ha tolto il primato al Brasile, a sua volta sceso al terzo posto dopo il Giappone e seguito da Stati Uniti e Corea del Sud”,
così spiega Gianluca Campiglio, membro del direttivo Aicpe e segretario nazionale dell’Isaps (International Society of Aesthetic Plastic Surgery).
Il “Rapporto mondiale sugli interventi di chirurgia estetica e cosmetica effettuati nel 2011″ rivela che la liposuzione è l’operazione di chirurgia plastica più praticato al mondo, il 19,9 per cento del totale. E, inaspettatamente, supera anche la più famosa e conosciuta mastoplastica, praticata per ingrandire il seno (18,9 per cento) e la blefaroplastica, l’innalzamento delle palpebre per ringiovanire lo sguardo (11 per cento). Per quanto riguarda la medicina estetica, l’iniezione di tossina botulinica primeggia ovunque, imponendosi con il 38,1 per cento degli interventi. Ed è seguita da acido ialuronico (23,2 per cento) ed altri piccoli interventi fatti in studi privati o addirittura in casa.
In America, ormai da anni, si organizzano feste in lussuose ville private, dove, tra un cocktail ed un aperitivo, si vendono bottigliette di acido ialuronico e filler per la pelle alle amiche e alle vicine di casa. Molti anche i chirurghi estetici che improvvisano sedute veloci, dispensano consigli e ricette di ringiovanimento rapido e se capita somministrano seduta stante una dose di botulino a chi la richiede.
Pratiche rischiose, al pari del fai da te e degli interventi effettuati in ambulatori improvvisati, che dilagano anche in Italia e che occorre fermare al più presto.
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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