Morte apparente nella provincia della Cina orientale di Anhui, un bambino di un mese si risveglia nella camera crematoria.Con il suo pianto, il bebè cinese della provincia di Anhui, dato ormai per morto, si è salvato giusto in tempo. Pochi minuti prima di essere cremato. I genitori avevano acconsentito a terminare le cure e staccare le macchine che, apparentemente, lo tenevano in vita. Non si sa bene quanto tempo sia trascorso da quando lo staff sanitario lo ha dichiarato morto alla consegna del corpicino in sala mortuaria. Parliamo di resurrezione o caso di malasanità cinese?
Gli infermieri, ancora sotto choc e increduli dopo il pianto “pieno di vita”, si sono affrettati a riportare il neonato nel reparto dell’ospedale che lo aveva in cura. Un portavoce dell’azienda sanitaria del posto dichiara alla stampa Notizie di Pechino:
“Dato che il piccolo ha dato segni di vita, sono state riprese le trasfusioni di sangue. Il bebè soffre di una malformazione congenita dell’apparato respiratorio”.
A sua volta, uno dei dottori del team medico ha riferito all’agenzia di stampa Xinhua:
“Per ragioni umanitarie continueremo a sottoporlo a trasfusioni, visto che i suoi parametri vitali sono ancora presenti”.
Ma sembra che le speranze di vita siano purtroppo quasi nulle. Cina aggiunge che un medico e un’infermiera dell’ospedale sono stati sospesi dal lavoro.
È proprio il caso di chiedersi: la speranza deve essere sempre l’ultima a morire? A voi la risposta.
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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