Il ciclone ‘Cleopatra’ ha travolto la Sardegna, da Sud a Nord, con una violenza prevista solo in parte, che ha causato morti (al momento sono 18) e dispersi, oltre a danni gravissimi.Non si ferma il tragico bilancio delle vittime del nubifragio in Sardegna. In serata si contano diciotto morti e decine di dispersi. Il governo ha promesso lo stanziamento di venti milioni di euro per far fronte alla crisi.
“Lo stato di emergenza consente due cose – ha dichiarato il presidente del Consiglio, Enrico Letta – regole per interventi più rapidi e l’individuazione del primo ammontare delle risorse per le primissime esigenze”. Sulla possibilità di allentare il patto di stabilità per i Comuni che hanno subito l’ emergenza si esprime il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando: “Penso che nel patto di stabilità non debbano essere conteggiate le risorse per la prevenzione e il ripristino dei disastri idrogeologici. Quest’ anno c’è un margine di flessibilità previsto anche dalla legge di stabilità. E’ importante che sia utilizzato con delle priorità come questo tragico evento”. Tutto è cominciato nella tarda mattinata di lunedì 18.
In una manciata di ore ‘Cleopatra’, che si è abbattuto sull’isola all’ improvviso, ha devastato la Sardegna, soprattutto nella parte del nord, a Olbia e provincia, provocando gravissimi danni, causa esondazioni e allagamenti, e un bilancio provvisorio in termini di vite umane di 18 morti e migliaia di sfollati ad Olbia, Galtellì, Uras, Terralba, Torpé, Arzachena, Orosei dove sono esondati i torrenti. La tempesta ha travolto la Sardegna da Sud a Nord, con una violenza prevista solo in parte. A Cagliari , intorno a mezzogiorno, la città è piombata prima sotto in cielo nero da far paura, poi è stato l’ acquazzone durato più di un’ ora a costringere i vigili del fuoco a centinaia di interventi spesso drammatici per salvare automobilisti e anziani rimasti intrappolati nelle auto e nelle case. Come una furia Cleopatra ha poco dopo risalito la Sardegna toccando la provincia di Oristano e arrivando alla Gallura, dopo aver lasciato alle sue spalle treni bloccati con almeno una ventina di passeggeri a bordo, e costretto l’ autista di uno scuolabus ad alcune disperate manovre per evitare che il pullmino con una decina di bambini, venisse travolto da una marea di fango e detriti arrivata dalle montagne del Nuorese. Sulla strada provinciale che collega Olbia e Tempio è crollato un ponte e nella voragine, stando ad alcune testimonianze. sarebbero sparite almeno tre auto.
In Italia sono oltre sei milioni gli abitanti esposti alle alluvioni. Il probabile aumento delle temperature potrebbe portare in Europa a inondazioni più frequenti ed intense.
“Ma quello che sta accadendo non è solo per colpa dei cambiamenti climatici – dice il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, a proposito di quanto accaduto in Sardegna – perché ad esempio c’è l’urbanizzazione sfrenata che ha eroso dal 1985 ad oggi ben 160 chilometri di litorale. A fine agosto noi geologi avevamo già detto dei rischi e della fragilità del territorio. Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al Paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l’Annuario ISPRA dei Dati Ambientali 2012. I numeri parlano chiaro: se in Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 mq al secondo di suolo, oggi se ne consumano addirittura 8 mq al secondo. Significa che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e di Firenze. Per non parlare degli incendi , il 72% dei quali risulta essere di natura dolosa, il 14% di natura colposa e il restante 14% di natura dubbia”. Da tempo i geologi chiedono “l’ istituzione di una commissione che possa affrontare tali problematiche”.
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