La vicenda delle tangenti per la realizzazione del nuovo stadio della società sportiva Roma rilancia alla grande la questione morale anche e soprattutto per l’ Italia come ben evidenziato in queste ore dallo stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte. Dare e ricevere mazzette, da noi come nel resto dell’europa e del pianeta è una prassi più che consolidata. Stupirsi e sdegnarsi non ha più senso. La corruzione corre sul filo di ogni tipo di assegnazione di appalti pubblici e per ogni tipo di attività commerciale. Ad oggi non c’è iniziativa (magistratuta, polizia, Autorità di ogni tipo e funzione e chi più ne ha più ne metta) che possa arginare un fenomeno diffuso ed accettato. Complice la politica, soprattutto le vecchia politica, che, salvo impercettibili microcosmiche realtà, non è più in grado di contenere un fenomeno epocale e fuori controllo. E così dopo decenni di sfascio corruzione e dissesto che hanno massacrato la Capitale, l’ombra lunga del malaffare si allunga ancora una volta su una città che non merita questo, cosi come non merita più un primo cittadino non all’altezza della situazione. A giudicare almeno dalle reazioni del sindaco Virginia Raggi sdegnata più dal trattamento riservatole questa mattina da stampa e media, che dallo scandalo in sè che ormai sta travolgendo istituzioni e aziende pubbliche romane ma anche e soprattutto forze politiche parlamento e governo.
Non rendersi conto di questo, aggrava ed appesantisce il quadro di riferimento cui devono guardare i cittadini romani. E cio accade proprio quando siamo in vista della prima udienza del processo fissato per il 21 giugno e che vede imputata proprio il sindaco di Roma per il reato di falso. I suoi difensori hanno depositato la lista dei testimoni che verranno chiamati davanti al giudice monocratico. La vicenda giudiziaria ruota introno alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a capo del Dipartimento Turismo del Campidoglio, episodio per il quale lo stsso Raffaele Marra è già sotto processo per l’accusa di abuso d’ufficio.
La sindaca torna sulla vicenda stadio per difendere se stessa , l’operato del comune ed il gruppo politico di appartenenza e cerca di stabilire con precisione le responsabilità di ciascuno in questa storia dicendo: “Facciamo chiarezza. Il consiglio regionale oggi rischia di non avere nemmeno i numeri: ieri hanno arrestato il numero due di Zingaretti, Michele Civita, ex assessore Pd all’urbanistica della Regione Lazio e oggi consigliere e anche il vicepresidente dell’Aula, Adriano Palozzi, di Forza Italia. Come ha sottolineato la stessa Procura, il Comune di Roma è estraneo alla vicenda”.
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