Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione e a un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia. Sono state criconosciute le aggravanti come colpa cosciente. E’ quanto ha stabilito il tribunale di Grosseto che ha confermato tutti i reati di cui era accusato, anche quello di abbandono della nave (1 anno di condanna compreso l’abbandono di incapaci) e, insieme, naufragio colposo (5 anni), omicidio plurimo colposo e lesioni colpose per i 32 morti e i 157 feriti del disastro (10 anni). Il mese di arresto è per aver dato informazioni non corrette alla capitanerie di porto. Il Tribunle ha respinto invece la richiesta di arresto: non c’è pericolo di fuga – hanno motivato in un’ordinanza i giudici -, né può esserne giustificazione l’eventuale gravità della pena. Quindi niente carcere per l’imputato, assente alla lettura della sentenza, che è stato interdetto dalla professione di comandante per cinque anni e in forma perpetua dai pubblici uffici.
Per Schettino la Procura di Grosseto lo scorso 26 gennaio aveva chiesto una condanna a 26 anni e 3 mesi di reclusione. Per lui, unico imputato per il naufragio al largo dell’Isola del Giglio nella notte del 13 gennaio 2012, il pm Maria Navarro aveva avanzato una richiesta molto pesante, cumulando i 14 anni per i reati di omicidio e lesioni colposi (il reato più grave la morte della bambina di cinque anni Dayana Arlotti), di naufragio colposo (9 anni), abbandono di incapaci e della nave (3 anni). Il procuratore aveva richiesto anche tre mesi di arresto come custodia cautelare per pericolo di fuga.
Questa mattina nel Teatro moderno di Grosseto trasformato in aula giudiziaria per ospitare il processo che lo accusa di aver adottato, quella sera di tre anni fa, una condotta “inescusabile e inenarrabile” culminata per “un fattore umano” con la morte di 32 dei 3.780 passeggeri a bordo della Concordia, l’ex comandante Schettino che in quattro anni da comandante di petroliere la Compagnia Costa aveva promosso a comandante di grandi navi, commuovendosi e piangendo aveva detto: “Mi sento di dire che il 13 gennaio 2012 sono in parte morto anch’io”. Poco prima i difensori del comandante avevano criticato la richiesta di condanna a 26 anni avenzata dalla Procura; “Sembra un ergastolo – ha detto l’avvocato Domenico Pepe – In questi tre anni Schettino ha sofferto come nessun altro. E’ stato mortificato, offeso, ingiuriato in udienza, perseguitato”. “Il comandante Schettino non si può muovere, non può andare al ristorante. Qui a Grosseto ci siamo dovuti nascondere sperando di non essere visti. In questi tre anni è come se avesse subito trent’anni di carcere. Se è responsabile lo si condanni, ma non dileggiamolo”, ha continuato il legale.
La sentenza è stata emessa questa sera, intorno alle ore 20, dopo otto ore di camera di consiglio. Il tribunale ha anche stabilito risarcimenti per le parti civili, sia enti pubblici (tra cui il Governo), sia per i naufraghi, passeggeri e membri dell’equipaggio. Pagheranno ‘in solido’, Schettino e Costa Crociere spa, responsabile civile nel processo. Tra le provvisionali, 1,5 mln per il ministro dell’Ambiente, uno per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, 500.000 euro per ministeri di Difesa, Infrastrutture, Interni e Protezione Civile. Sarà risarcita anche l’unica vittima tra i 32 deceduti nel naufragio per cui qualcuno si è costituito nel processo: una cittadina tedesca senza eredi che è stata rappresentata dal suo Governo. I parenti delle altre vittime avevano già trattato i risarcimenti fuori dal processo. Tra i passeggeri da risarcire anche Domnica Cemortan, la moldava che cenò con Schettino e salì in plancia per l’inchino al Giglio: per lei, come per gli altri, i giudici hanno quantificato 30.000 euro di danni. Per il Comune del Giglio il sindaco Sergio Ortelli ha detto che “sulla provvisionale avremmo auspicato più coraggio da parte del tribunale”: 300.000 euro è molto meno dei 20 milioni richiesti dal municipio dell’isola.
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