Il governo Renzi, nel suo dl Enti Locali, autorizza l’aumento dell’aliquota massima dell’imposta di un +0,8 per mille, facendola passare dall’attuale 2,5 al 3,3 per mille. Per gli altri immobili invece l’aumento è dagli attuali 10,6 all’11,4 per mille. Questo consentirà ai comuni – che valuteranno caso per caso come e quanto innalzare l’aliquota , ma in ogni caso dovranno mantenere il carico dell’imposta equivalente a quello dell’Imu sulla prima casa – di pianificare quelle detrazioni per le fasce sociali più disagiate, ad oggi difficilmente applicabili, andando oltre le detrazioni previste dalla legge di stabilità.
La differenza della copertura rispetto alla imposta sulla casa prevista da Monti, verrà garantita ai comuni con dei trasferimenti statali, in modo tale da risolvere (definitivamente?) il problema del mancato gettito derivato dalla cancellazione dell’imposta sulla casa.
Un processo già affrontato dall’ex governo Letta, di concerto con l’Anci e portato a meta dal nuovo esecutivo, che tuttavia nasconde un incremento della tassazione per i cittadini.
La Tasi, infatti, deve essere pagata da tutti i cittadini, a prescindere da quanti immobili si posseggano: come infatti ampiamente chiarito, tasi e tares si devono pagare anche sulle prime case, mentre per le seconde e le dimore di lusso si deve sommare l’Imu.
Il conto, comunque, rischia di essere salato: secondo un’analisi compiuta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, la Tasi costerà alle imprese italiane una cifra che oscilla tra uno e due miliardi di euro. Cifra ottenuta applicando nel primo caso l’aliquota base dell’1 per mille e, nel secondo, una aliquota del 2,07 per mille come soglia massima applicabile agli immobili strumentali risultante come differenza tra l’11,4 per mille di aliquota massima prevista e l’aliquota media applicata a livello nazionale nel 2012, che si attesta al 9,33 per mille.
Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime Amministrazioni comunali – dichiara il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti Sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unità immobiliari ad uso produttivo sarà sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi. E’ indispensabile che il Governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della Tasi sulle attività produttive” che così come è “rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione“.
Alla luce delle difficoltà finanziarie in cui versano moltissime Amministrazioni comunali – dichiara il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – questa situazione costringerà molti Sindaci ad applicare un’aliquota sugli immobili strumentali ben superiore a quella base. Di conseguenza, il prelievo che graverà sugli oltre quattro milioni e quattrocentomila unità immobiliari ad uso produttivo sarà sicuramente superiore al miliardo di euro inizialmente stimato dal nostro ufficio studi.
E’ indispensabile che il Governo Renzi prenda atto di questa situazione – prosegue Bortolussi – e intervenga subito per modificare gli effetti della Tasi sulle attività produttive” che così come è “rischia di mettere in ginocchio molte attività, soprattutto quelle di piccola dimensione“.
Per Giorgio Squinzi, Confindustria, l’aumento della Tasi è
un’altra botta. Ancora una volta si cerca di aumentare il carico fiscale per reperire risorse al posto di ridurre i costi per la gestione del Paese. Spero che la spending review e il lavoro che Cottarelli ha avviato siano portate avanti fino in fondo. Questa è una sfida per il Paese”.
Parole, quelle del numero uno di viale dell’Astronomia, condivise anche dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, per il quale
l’importante è arrivare presto e subito alla diminuzione della pressione fiscale, perché una pressione fiscale così elevata diventa incompatibile con qualsiasi ipotesi di ripresa e di sviluppo del nostro Paese”.
Un aumento invece “inevitabile” per il neo ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ai microfoni del Gr1 ha chiarito come l’aumento della Tasi completi
un quadro fiscale che è stato organizzato intorno alle tematiche dei servizi e della casa. Questo non era modificabile ma per il futuro la nostra scelta è quella di andare sul tema della spending review e quindi del non recuperare risorse per via fiscale ma riducendo la spesa”.
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