3-2 in rimonta all'Olympiacos: la Juve può tirare un sospiro di sollievo
Al 64′ di Juventus-Olympiacos il punteggio recitava ancora 1-2 in favore dei greci e dietro l’angolo si profilava l’ennesima bruciante delusione europea per la squadra bianconera, poi il sussulto d’orgoglio degli uomini di Allegri ha prodotto, in soli 60 secondi, il clamoroso ribaltone per un 3-2 finale che tiene in vita non solo le speranze di qualificazione agli ottavi dei campioni d’Italia ma addirittura la possibilità di chiudere il Gruppo A in testa.
E’ finita così ma quanta paura per i bianconeri…
Una serata dalle grandissime emozioni quella vissuta, in un clima da tregenda per la pioggia battente, dal pubblico torinese che ha stipato in ogni ordine di posti lo Juventus Stadium: era una sorta di spareggio con la Juve obbligata a cercare i tre punti per agganciare in classifica i biancorossi del Pireo e, possibilmente, sopravanzarli nella differenza reti negli scontri diretti. Impresa riuscita a metà, visto che il rigore di Vidal deviato sulla traversa dalla solita saracinesca-Roberto al 95′, ha consentito all’Olympiacos di conservare il vantaggio dei due gol segnati in trasferta in caso di arrivo a pari punti, ma, per come si erano messe le cose, non è proprio il caso di metter su il broncio.
Allegri ha scelto il primo snodo cruciale della stagione per provare la Juve che verrà, disposta con un sistema 4-3-1-2, parente stretto del 4-4-2 prediletto dal tecnico livornese (l’unica variante sarebbe l’inserimento di un trequartista dietro la coppia d’attacco). Abiurata la difesa a tre di contiana memoria, quindi. Altro legame con il recentissimo e fulgido passato che viene reciso. Non si può dire che l’esperimento sia stato coronato da un completo successo: gli esterni, Lichtsteiner e Asamoah, hanno sofferto molto l’adattamento ad un ruolo che impone loro di coprire l’intera fascia di competenza sdoppiandosi nella doppia veste di tamponatori-costruttori e molto hanno sbagliato in appoggio agli avanti ma tant’è, non è il caso di andare per il sottile, mai come stavolta vincere era l’unica cosa che contava.
Tutta la gioia del regista bianconero dopo la rete
La punizione di Pirlo supera Roberto
Juve arrembante, un pò arruffona ma occasioni da rete a grappoli a fronte di un Olympiacos molto ordinato e mai disposto ad una difesa puramente passiva. I bianconeri hanno fatto valere la regola del 100, con Pirlo a rete per la seconda volta consecutiva (ma rispetto ad Empoli stavolta è stato tangibile anche il suo contributo in cabina di regia, pur non essendo ancora al massimo) in occasione della sua centesima presenza in Champions, e Pogba a segno per il definitivo 3-2 alla sua centesima partita con indosso la casacca juventina.
L’esultanza di N’Dinga dopo l’1-2
I greci, però, pur vacillando, hanno sempre, nei loro non pochi limiti, cercato di rispondere. Ci sono riusciti subito con l’incornata vincente di Botìa (angolo regalato da Buffon e Chiellini tardivo a stringere sul difensore centrale sulla conseguente battuta) dopo il capolavoro balistico del genio di Orzinuovi, hanno poi fatto calare il gelo sullo Stadium con il raddoppio di N’Dinga (qui è stato Bonucci a mancare all’appello) ma non c’è stato neppure il tempo di deprimersi in casa juventina che è arrivata la fortunata carambola sullo stinco di Roberto propiziata da un palo colto di testa dal neoentrato Llorente (decisivo anche nell’assist a Pogba) e poi il quasi altrettanto casuale gol vittoria del “polpo”, bravo a riprendere un pallone che aveva tentato di far passare con un lezioso colpo di tacco e a indirizzare il successivo bolide verso la porta ellenica per i tre punti.
La carambola che beffa Roberto per il pareggio
Poi, l’erroraccio di Vidal dal dischetto in pieno recupero (procurato da Tèvez): bravissimo in ogni caso Roberto a intercettare ma molto ingenuo il cileno a distrarsi prima della battuta invocando il ruggito dello Stadium. Forse, però, vista la prova di Llorente, la Juve il suo “Re Leone” l’ha ritrovato. Ancora in ritardo di condizione Vidal (evidente soprattutto nell’insolita ritrosia a concludere in proprio anche da posizione favorevolissima, segno tangibile che il centrocampista non si sente ancora in fiducia) e in progresso ma non ancora a pieni giri Pirlo. Da rivedere la difesa che ha incassato due evitabilissime reti nate da palla inattiva: ma trattasi di errori individuali e non di sincronismi del reparto. Per il resto, una prova di grande carattere e convinzione di tutta la squadra torinese. Ora, con due vittorie, potrebbe persino arrivare un primo posto fondamentale per garantirsi un ottavo più comodo con il vantaggio supplementare di giocarsi il retour match tra le mura amiche. Di sicuro, la Juve dovrà fare bottino pieno in Svezia con un Malmoe non ancora matematicamente fuori dai giochi ma in palese difficoltà e poi anche un pari in casa con l’Atlètico potrebbe bastare. Previo, ovviamente, un successo degli uomini di Simeone al Calderòn con l’Olympiacos. Vincere entrambe le gare rimanenti metterebbe, in ogni caso, i bianconeri al riparo da brutte sorprese (è assai improbabile che i greci possano fare bottino pieno in Spagna), e farlo con più di una rete di scarto contro i “colchoneros” garantirebbe anche il primato. La strada, parsa un vicolo cieco, è ancora lunga. Ma non più così in salita.
La rete decisiva di Paul Pogba
Nell’altra gara del Gruppo A , l’Atlètico, senza brillare particolarmente, ha vinto in Svezia per 2-0 con il Malmoe e potrebbe mettere in cassaforte la qualificazione già nel prossimo turno.
Quanto alle altre partite in programma ieri sera, spiccano le qualificazioni già matematicamente certe di Real Madrid (1-0 ad un Liverpool criticatissimo in patria per aver scelto Brendan Rodgers di rinunciare a mezza squadra titolare in vista del delicatissimo impegno di Premier con il Chelsea, una sorta di dichiarazione di resa anticipata inconcepibile in Inghilterra) con la notizia che CR7 è rimasto a secco, e di un Borussia Dortmund che continua a mostrare la faccia del Dr. Jekyll solo in Champions (4-1 ad un Galatasaray che, dopo quattro partite, ha raggranellato appena un misero punticino con sole tre reti all’attivo a fronte delle ben 13 incassate, peggior retroguardia della manifestazione e con l’onta aggiuntiva di aver assistito alla momentanea sospensione del match causa reiterato lancio di petardi da parte della propria tifoseria inferocita e non si capisce come faccia Cesare Prandelli a rimanere al suo posto, di fronte ad uno scenario così imbarazzante) con protagonista anche Ciro Immobile ma, soprattutto, resterà negli annali l’incredibile sperpero dell’Arsenal capace, all’Emirates , di sciupare ben tre reti di vantaggio nella sola ultima mezz’ora al cospetto di un Anderlecht mai domo. Una curiosità: proprio la squadra biancomalva era stata protagonista, dal lato sfortunato però, di una delle più clamorose rimonte di cui si abbia memoria nella storia del calcio recente, uno 0-3 che il Werder Brema trasformò nei soli 23 minuti finali in un incredibile 5-3 l’8 dicembre 1993 al Weserstadion, sempre in Champions. Il destino a volte toglie a volte dà.
Il gol di Ciro Immobile al Galatasaray
In un certo senso, è quello in cui confiderà la Roma, impegnata stasera all’Allianz Arena nella rivincita con il Bayern. Dopo la scoppola dell’1-7 dell’andata, Garcia ha deciso di correre ai ripari proponendo un 4-3-1-2 molto più guardingo dello spavaldo 4-3-3 dell’Olimpico. La Roma dovrà affrontare questa complicatissima trasferta nel momento più delicato della stagione con la consapevolezza che anche una sconfitta non comprometterebbe necessariamente la qualificazione e che un pareggio sarebbe davvero oro. Le sorti della qualificazione dipenderanno, in ogni caso, dalla sfida dell’Olimpico con il Manchester City.
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