“E’ prematuro rilasciare qualsiasi dichiarazione, è una tragedia per tutti. Si conoscevano e andavano nella stessa scuola. Ora bisogna capire bene come sono andate le cose” ha dichiarato l’avvocato Pauselli, difensore del pusher 19enne fermato per aver venduto la dose di mdma che ha causato la morte del 16enne Lamberto Lucaccioni.
La sera del 19 luglio Lamberto e due suoi amici andavano a Riccione con le loro dosi di ecstasy in tasca. Il compagno di scuola che aveva dato loro la droga qualche giorno prima li aspettava in centro per ricevere il saldo del pagamento, 250 euro che i ragazzi aspettavano di mettere insieme dalle loro paghette settimanali. Il pusher diciannovenne aveva fatto credito ai ragazzi perché li conosceva, erano suoi compagni di scuola, e voleva disfarsi prima possibile della droga.
Lamberto e i suoi amici hanno sciolto l’mdma nell’acqua, si sono divisi la bottiglietta e si sono avviati nella discoteca Cocoricò per passare una serata di divertimento e sballo. Ma alle 4 del mattino Lamberto ha cominciato a sentirsi male, poco dopo è morto in Ospedale.
Sul momento gli amici di Lamberto, ancora in stato confusionale per gli effetti della droga e per lo shock causato dalla morte del compagno, non avevano dato indicazioni precise riguardo il pusher che aveva procurato loro l’allucinogeno. Ma il giorno dopo hanno segnalato il 19enne loro compagno che al momento della perquisizione è stato trovato dai militari in casa, disperato e senza droga, aveva saputo della morte del ragazzo poco prima in televisione.
Il 19enne si era appena diplomato presso lo stesso liceo di Lamberto. Davanti ai Carabinieri di Riccione e alla presenza dei suoi avvocati il ragazzo ha ammesso in lacrime di essere stato lui a vendere la droga ai tre. Ai Carabinieri il ragazzo ha anche raccontato di collaborare con il Cocoricò per far entrare gente. Ma i rappresentanti del locale hanno smentito e hanno fatto sapere di volersi costituire parte civile nel processo a carico del pusher 19enne.
Secondo la Relazione europea sulla droga del 2015 in Italia il 21% dei ragazzi ha consumato più di una sostanza stupefacente e, sebbene stia diminuendo il consumo di cocaina, aumenta tra i giovani in modo preoccupante l’uso di marjiuana e di allucinogeni che, come si è visto, sono tutt’altro che innocui.
Vania Amitrano
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