Dalla Cina arriva una svolta nella lotta alle emissioni di gas serra, responsabili del riscaldamento globale. Entro il 2017 il sistema cap-and-trade, che sarà introdotto nel 2016, si applicherà a tutto il territorio nazionale.
Ad annunciarlo oggi, prima dell’incontro a Washington fra il presidente Xi Jinping e il suo omologo USA Barack Obama, sono stati funzionari della Casa Bianca citati dal New York Times.
Il sistema cap-and-trade impone una soglia semirigida alle emissioni di gas inquinanti, con un meccanismo di incentivi finanziari che premia chi si mantiene sotto la soglia, mentre penalizza chi la supera. Il sistema funziona così: il governo stabilisce la quantità massima, inderogabile, dei singoli agenti inquinanti che possono essere emessi in un determinato periodo; i totali si dividono in quote assegnate o vendute alle singole aziende. I soggetti “virtuosi”, che emettono meno della quota loro assegnata, hanno la facoltà di vendere la differenza ai “viziosi” secondo un tariffario stabilito.
Il sistema è stato applicato per la prima volta a livello statale negli USA, a partire dal 1990, per le sostanze responsabili delle piogge acide. Il Protocollo di Kyoto, sottoscritto nel 1997 ed entrato in vigore nel 2005, ha applicato lo stesso approccio alle emissioni di gas serra, portandolo per la prima volta a livello internazionale.
La Cina, però, non ha sottoscritto la parte del Protocollo che impone le quote agli Stati, e gli USA non hanno mai ratificato l’adesione al trattato.
L’amministrazione Obama conta di sfruttare un’intesa con la Cina anche in politica interna: sarebbe un colpo memorabile inferto ai rivali repubblicani, da sempre contrari a qualsiasi intervento legislativo “verdi” che limiti l’operato delle aziende. Fino a ieri il Grand Old Party credeva inutile regolamentare le emissioni in America, perché la Cina, sosteneva, avrebbe comunque continuato a inquinare senza controllo. A poco più di un anno dalle elezioni presidenziali da cui uscirà fra poco più di un anno il successore di Obama, esultano invece i candidati più sensibili ai problemi dell’ambiente, da Hillary Clinton a Bernie Sanders.
Oggi, invece, secondo il New York Times, Washington e Pechino sarebbero pronti a “usare il loro peso internazionale per affrontare il cambiamento climatico e mettere pressione sugli altri paesi affinché seguano la stessa strada”.
Reduce da un tour della West Coast durante il quale ha incontrato i grandi investitori attivi nel mercato cinese – ad esempio colossi informatici come Apple, Facebook e Microsoft – Xi Jinping è stato accolto a Washington con tutti gli onori di Stato: ad aspettarlo all’ingresso della Casa Bianca c’era Obama in persona, che lo ha salutato con un informale nǐ hǎo.
Tanta cordialità non deve però distrarre dalle delicatissime questioni sul tavolo: dai diritti umani all’espansionismo militare di Pechino, che sta costruendo basi su isole artificiali del Mar cinese meridionale, minacciando gli alleati degli USA, fino alla sicurezza informatica. Gli USA accusano infatti la Cina di finanziare attacchi ai siti delle loro industrie e delle loro agenzie governative.
F.M.R.
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