Se fosse un lavoro, fare la casalinga verrebbe stipendiato circa 7 mila euro al mese. Non è un’invenzione, ma un calcolo ben preciso effettuato dal sito salary.com .
Lavare i piatti, spolverare le credenze, pulire il pavimento con straccio e scopettone, rifare i letti, riempire lavatrici, stendere, stirare e riporre cataste di panni nei cassetti, arrampicarsi sulla scala per riordinare le tende e chi più ne ha più ne metta. Sono solo alcune delle faccende domestiche alle quali devono far fronte, secondo i dati Istat, 4 milioni 879 mila casalinghe italiane, una donna su sei.
Una casalinga avrebbe cucinato per 14 ore settimanali a 10 euro l’ora. Si sarebbe trasformata in autista, per figli grandi e piccoli, per 8 ore alla settimana a 10 euro l’ora. Avrebbe impartito ripetizioni per 13 ore la settimana, alla stessa cifra. Non solo. Per mettere a bada, oltretutto, le crisi famigliari, si sarebbe tramutata in psicologa almeno per 7 ore alla settimana, per 28 euro l’ora e in “manager” a circa 40 euro l’ora.
Moltiplichiamo il numero di ore trascorse per avere lo stipendio della super mamma casalinga tutto fare e troviamo che é pari a quello di un quadro di un’azienda, o di un manager di buon livello: 6.971 euro al mese, che producono un reddito annuo di circa 83 mila euro lavorando una media di 94 ore settimanali.
Se non ci fossero le mamme come farebbero molte famiglie a conciliare i vari impegni? Chi andrebbe a prendere i bimbi a scuola visto che gli orari non si conciliano mai con quelli degli uffici? La realtà é che fanno risparmiare parecchi soldi allo Stato.
commenta Tina Leonzi, fondatrice del Moica, Movimento italiano casalinghe.
Sicuramente la posizione dell’Italia è insostenibile – aggiunge Alessia Mosca, capogruppo Pd nella Commissione Politiche Europee, da sempre attiva sulle questioni di genere – Senza contare il fatto che c’è moltissimo lavoro in Italia che viene fatto da quelle che vengono definite casalinghe ma in realtà non lo sono affatto perché aiutano il marito nella piccola azienda di famiglia. Ci troviamo così di fronte a occupazioni sommerse proprio in un Paese che ufficialmente ha il più alto tasso di casalinghe.
Come tutelare dunque questo lavoro ‘nascosto’, per lo più non retribuito?
Sarebbe auspicabile un’ipotesi pensionistica – prosegue la deputata Mosca – noi abbiamo più volte avanzato la richiesta che nell’età della pensione di ogni lavoratrice sia riconosciuto uno sconto per ogni figlio avuto. Ma anche un reddito minimo per quelle che non hanno un impiego sarebbe un segno di civiltà.
Nata e cresciuta a Roma, si laurea presso l'Accademia di Costume e Moda di Roma, trattando la propria tesi sulla "Nascita e l'evoluzione del giornalismo di moda". Curiosità, determinazione e voglia di crescere professionalmente caratterizzano il mio profilo.
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