A 48 ore dall’apertura dei seggi per il secondo turno delle elezioni regionali in Francia, il primo ministro Manuel Valls fa impennare i toni del dibattito. In un’intervista a France Inter, il premier ha detto che scegliere il Front National “può portare alla guerra civile”.
Valls parla di “due opzioni” per il paese: una dell’“estrema destra”, che “in fondo predica la divisione” – e sarebbe proprio questa divisione a portare in sé il rischio dello scontro –, contro una “della Repubblica e dei valori”.
Nella sua intervista, il premier sta ben attento a non nominare mai il FN, neanche quando accusa il suo progetto di essere “una fregatura” e di ingannare gli elettori. Elettori che “rispetta”, sia chiaro – quando si vota per rabbia “bisogna capirlo” – ma mette in guardia dal votare per un partito “antisemita, razzista, che non ama la Repubblica” e avrebbe intenzione di turlupinare i suoi elettori.
A tutti gli elettori “tentati” dall’estremismo “perché ne hanno abbastanza”, Valls rivolge un avvertimento: se avrà la meglio il FN “sarà un disastro, sarà peggio”.
Valls è impegnato da settimane in una serrata campagna contro il FN, che aveva già accusato giorni fa di “ingannare i francesi” e di poter “mettere il paese in ginocchio”. Le urne, però, finora non gli danno ragione: nel primo turno delle elezioni regionali, il partito nazionalista ha conseguito il miglior risultato nella sua storia. I suoi candidati alla presidenza delle nuove regioni hanno passato la soglia del 10%, che consente l’accesso al secondo turno, in tutte le 13 regioni europee – sulle 19 che dall’anno prossimo, secondo la riforma approvata un anno fa, sostituiranno le 27 precedentemente in vigore.
In sei regioni il FN ha ottenuto il numero più alto di preferenze, e quindi di seggi nei consigli regionali, eccezion fatta per i premi di maggioranza del 25% che saranno assegnati alle liste che appoggiano i candidati eletti.
Alcuni analisti mettono in guardia il Fronte: l’esito del secondo turno potrebbe essere meno favorevole di quello del primo, e i suoi candidati non partono favoriti nei ballottaggi. Ma senza ombra di dubbio il risultato di domenica scorsa è stato trionfale per il FN, che si è rivelato il partito più votato di Francia.
Per correre ai ripari, in due regioni i candidati socialisti si sono ritirati dai ballottaggi, nella speranza che i loro voti passino ai rivali repubblicani e permettano almeno a loro di arginare quelli dell’estrema destra. Le regioni interessate sono il Nord-Pas de Calais-Piccardia e la Provenza-Alpi-Costa azzurra, e le due candidate tanto temute sono Marine Le Pen e sua nipote Marion Maréchal-Le Pen.
Per la verità il segretario socialista Jean-Christophe Cambadelis aveva chiesto un passo indietro anche a un terzo candidato, Jean-Pierre Masseret, terzo classificato nel “Grande est” (Alsazia-Champagne-Ardenne-Lorena), staccato di dieci punti dal candidato di centrodestra Philippe Richert e di venti dallo stratega della campagna elettorale FN, Florian Philippot. Masseret però si è rifiutato categoricamente di ritirarsi, appellandosi alla sua “dignità di uomo di sinistra”, e ha ricevuto l’appoggio di diversi membri del partito.
F.M.R.
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