Il partito conservatore ottiene una vittoria sorprendente, ma totale, nelle elezioni parlamentari britanniche. A spoglio appena concluso, i Tories del premier in carica David Cameron hanno ottenuto 331 seggi alla Camera dei Comuni, dove la maggioranza assoluta è di 326.
Il premier è così riconfermato in carica fino al 2020, e in questo mandato, a differenza del precedente, non avrà nemmeno bisogno dell’appoggio di altri partiti.
Smentite clamorosamente le previsioni dei sondaggi, che annunciavano un testa a testa fra conservatori e laburisti. I Whigs di Ed Miliband hanno invece perso 25 deputati, passando da 256 a 232.
Molti di questi sono andati allo Scottish National Party di Nicola Sturgeon. In Scozia gli indipendentisti hanno ottenuto un risultato plebiscitario, aggiudicandosi 56 dei 59 seggi e diventando la terza forza del parlamento.
È stato un risultato trionfale, tanto più che nella legislazione appena conclusa controllavano appena sei seggi. E trionfale è stato il tono del discorso di Alex Salmond, ex leader del partito e promotore, l’anno scorso, del referendum per l’indipendenza, che si è riferito all’exploit del suo partito come al “ruggito” del leone di Scozia.
Oltre ai laburisti, gli altri grandi sconfitti sono i Liberal Democrats del vicepremier Nick Clegg e i populisti dell’UKIP, guidato da Nigel Farage. Clegg e Farage, così come Miliband, si sono dimessi dai rispettivi partiti.
I candidati dell’UKIP hanno ottenuto un numero di voti quadruplo rispetto alle elezioni del 2010. Uno solo di loro, però, è riuscito ad arrivare primo nella sua circoscrizione, come richiede la legge elettorale britannica.
Si tratta comunque di un avanzamento storico per la destra antieuropea, che mai prima d’ora aveva ottenuto un seggio alla Camera direttamente dalle elezioni. Infatti, i due deputati con cui si presentava alle urne – uno solo, come si è detto, è stato riconfermato – erano stati entrambi eletti nel 2010 con il partito conservatore. Passati all’UKIP nel 2014, si erano dimessi dalla carica per far scattare elezioni integrative, che li avevano visti di nuovo vincitori.
Il premier Cameron è stato ricevuto dalla regina Elisabetta a Buckingham Palace per la conferma ufficiale del mandato. Nel discorso che ha tenuto dopo essere tornato a Downing Street, il primo ministro ha ripetuto la promessa già fatta in campagna elettorale di indire un referendum sulla permanenza del Regno unito nell’Unione europea.
Per far fronte al trionfo regionale dello Scottish National Party, Cameron ha promesso un ambizioso piano di devoluzione al governo regionale, che comprenderà “poteri importanti in materia fiscale”.
La notizia della vittoria dei conservatori è stata ben accolta dalle borse, Londra in testa (+1,55%). In rialzo anche tutte le altre piazze d’Europa, compresa Milano, che cresce dello 0,80%.
Meno entusiasta è la reazione della comunità politica europea, preoccupata che con i conservatori soli al comando Londra possa compiere una svolta antieuropea.
“Una Gran Bretagna fuori dall’UE sarebbe un disastro innanzitutto per la Gran Bretagna stessa, quindi sono fiducioso che con o senza referendum la posizione di Londra sarà favorevole a restare nell’UE”, ha detto il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni.
È dello stesso avviso il presidente del Consiglio UE, Donald Tusk, che nel suo messaggio di congratulazioni a Cameron ha ricordato che “una UE migliore è interesse non solo della Gran Bretagna ma di tutti gli stati membri”.
Filippo M. Ragusa
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