Neanche avere la certezza che la 21esima e ultima tappa del Giro d’Italia si sarebbe snodata tra le vie della gloriosa Città Eterna ha potuto sollecitare l’orgoglio di sindaca e giunta a dare incarico ad una squadra last minute per rattoppare, anche solo temporaneamente, quella parte di pavimentazione modello’ grouyere’ delle strade romane.
scelta per solennizzare la chiusura della corsa su due ruote più seguita da sempre.
Buche sull’asfalto e sampietrini sconnessi, la finale della 101esima edizione della corsa in bici più seguita da sempre si è dovuta fermata prima per motivi di sicurezza, con la protesta dei corridori che, per evitare rischi, hanno chiesto di neutralizzare gli ultimi passaggi ai fini della classifica finale. Inizialmente la giuria si è rifiutata, accettando una neutralizzazione del solo ultimo passaggio. Ne è nata una protesta spontanea di tutto il gruppo, alle prese con molte forature. L’intera carovana avrebbe addirittura minacciato di fermare la gara.
L’organizzazione ha quindi deciso e informato i corridori che il tempo ufficiale della tappa si stoppava al terzo passaggio, abolendo i due rimanenti traguardi volanti e neutralizzando i 7 giri rimanenti dei 10 previsti in totale. Alla fine la giuria si è ‘piegata’ decidendo di fermare il cronometro per la classifica generale al terzo giro e la giudice di corsa Rossella Bonfanti è venuta così incontro alla protesta del gruppo che lamentava le cattive condizioni del circuito allestito in centro con partenza da Caracalla e arrivo ai Fori Imperiali.
La vittoria della Gara 2018 è andata infine al 35enne britannico Chris Froome.
Per l’inossidabile Virginia Raggi si è trattato di una nuova figuraccia, per giunta in mondovisione, nonostante la strenua difesa del suo assessore allo sport e grandi eventi Daniele Frongia: “Gli atleti non hanno mai minacciato di fermarsi – ha asserito Frongia – e, contrariamente da quanto scritto da qualche testata, il Giro non si e’ fermato. Al contrario, Roma sta dimostrando a tutti la propria capacità di ospitare decine di grandi eventi sportivi internazionali ogni anno”.
Di diverso avviso Roberto Calderoli, leghista e vice presidente del Senato nonché alleato dei Cinque Stelle nel tentativo, naufragato ieri sera, di comporre il ‘governo del cambiamento’: “Nessuno dei corridori della carovana rosa si è lamentato quando si è inerpicato sulle mulattiere sul passo alpino del Colle delle Finestre – ha osservato – in compenso oggi (ieri, ndr) i corridori si sono rivoltati e si sono rifiutati di correre sulle strade del centro di Roma, per via delle troppe buche, e li possiamo ben capire”. “A questo punto la giunta Raggi, dopo aver pensato alle pecore per tosare l’erba del verde pubblico, perché non valuta di mettere a disposizione anche un mulo per ciascuna famiglia per andare al lavoro in centro…”, ha suggerito il vicepresidente del Senato.
Domandare è lecito: Roma merita tutto questo?.
A.B.
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