Questo è il momento del “dialogo e dell’amore”, da contrapporre all’odio e alla violenza che miete vittime innocenti. Come a Parigi venerdì 13 novembre.
“Dobbiamo essere coraggiosi, costanti, prudenti e saggi, dobbiamo anche continuare a percorrere la nostra strada con i nostri principi. Sappiamo da sempre che il dialogo e l’amore sono difficili e messi alla prova in questo contesto umano e storico” ma “questo è il momento di testimoniarlo, il Papa ci guida in questo, e noi lo faremo”. A parlare è il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che presenta così i sentimenti dei collaboratori del Papa a tre giorni dai fatti di Parigi e a meno di dieci dal programmato viaggio in Africa, che toccherà Kenya, Uganda e Centrafrica, il paese più a rischio e che Bergoglio ha scelto per aprire il Giubileo.
“Papa Francesco – spiega il portavoce – vuole parlare della misericordia e dell’amore di Dio anche ai popoli africani e a quelli più provati. Per questo è nata l’idea di cominciare il Giubileo in Africa oltre che a Roma. E’ un anticipo per un continente che ha estremamente bisogno”.
La dichiarazione della Santa Sede arriva dopo che nei giorni scorsi, a seguire le stragi dell’Isis in Francia, su twitter è volato alto l’hashtag #stopgiubileo: “Ripensiamoci. Perché invitare a nozze i terroristi?”, ha scritto qualcuno. Un altro chiede: “Scusate possiamo annullare il Giubileo?”. C’è anche chi si spinge oltre: “Adesso @Roma ha il dovere di salvaguardare la sicurezza dei propri cittadini: #stopgiubileo e controlli capillari in metro e stadio”, sottolineando che “Ci rubano il rame dai binari… Pensa come controlleranno bene le persone sulla metro! #StopGiubileo”.
Il giornalista Gianluigi Nuzzi, balzato agli onori delle cronache per il suo libro-inchiesta, che rivela dall’interno la lotta di Papa Francesco per riformare la Curia, questa mattina nel dibattito di Omnibus, su La7, e’ partito dalla nuova strategia di attacco attuata dall’Isis a Parigi (sette assalti simultanei in posti pubblici diversi) per sottolineare che “è in atto una guerra che prevede rischi e danni per una popolazione inerme a diventare bersaglio degli obiettivi di questi terroristi. Non dimentichiamo che Roma e’ stata indicata come uno degli obiettivi da colpire. Per questo motivo inopportuno confermare il Giubileo”.
E, invece, proprio questo e’ il momento della riflessione “sia per questi atti terroristici in atto, sia per non reagire in modo indebito che non risolverebbe niente”. Lo scrive sul sito dell’Arcidiocesi genovese il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. “La reazione – sottolinea Bagnasco – deve essere quella di una maggiore vigilanza, che ritengo sia possibile in un senso di compattezza del popolo, non per rinchiudersi ma per continuare a vivere con fiducia in modo operoso, vigile e solidale. Una società più solidale di natura sua è un antidoto a infiltrazioni violente”. Basterebbe che l’Europa facesse uno scatto di solidarietà e di unità, invece di costruire muri che non servono, scrive ancora il presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Meglio, dunque, aprire il Giubileo a tutti: “Il prossimo giubileo è aperto ai seguaci dell’Islam”, afferma il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin. Quindi, conferma il porporato in un’intervista al quotidiano cattolico francese La Croix, nessun passo indietro, anzi si tratta di un’iniziativa “opportuna” perché è quanto mai necessaria una “offensiva della misericordia”.
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