Effetto sorpresa di Beppe Grillo e Roberto Casaleggio: dal blog del Movimento cinque stelle invitano il Presidente del Consiglio a dialogare sulla legge elettorale, più precisamente chiedono di partecipare alle discussioni in corso sull’accordo siglato al Nazareno con Berlusconi. Positiva la risposta del premier, da sempre “aperto al dialogo con tutti“, che garantisce di non esser interessato a “patti segreti e giochini strani”. L’incontro verrà chiesto formalmente dal Movimento domani, inserendosi nel quadro delle trattative già intavolate con la Lega.
E’ la prima volta che Beppe Grillo riconosce a Matteo Renzi una precisa rilevanza politica: “E’ stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd. Quindi qualcosa, anzi molto, è cambiato”. E proprio diverso sembra l’atteggiamento del M5S, dopo la clamorosa mancato successo elettorale alle europee e la timida ripresa ai ballottaggi per le comunali dell’8 giugno. L’avvicinamento al PD era stato annunciato dall’incontro di un gruppo di parlamentari cinquestelle con il Ministro Andrea Orlando per discutere la legge anticorruzione, con l’obiettivo di sostituirsi a FI nel dibattito parlamentare e diventare l’interlocutore privilegiato del Governo. Secondo il vice presidente della Camera Luigi Di Maio, infatti, “non è più Berlusconi l’ago della bilancia (tra le forze parlamentari), ma il M5S”. Inevitabile la reazione del NCD di Angelino Alfano: Fabrizio Cicchitto replica che “non solo il PD, ma NCD molto ha da dire per la legge elettorale; così come Lega e Forza Italia a loro volta hanno altro da dire“.
Forza Italia, appunto, che guarda con preoccupazione all’avvicinamento di Grillo a Renzi, specialmente su altri temi oggetto di future riforme, quali la Giustizia e il Senato. L’onorevole forzista Osvaldo Napoli, infatti, parla di “rischio della politica dei due forni” cioè “in uno scenario diventato all’improvviso tanto mutevole, le riforme finiscono bruciate se entrano nel forno sbagliato”. E Scelta civica, attraverso le dichiarazioni di Renato Balduzzi, suggerisce al premier di “non sacrificare la dinamica interna alla maggioranza attraverso rapporti preferenziali con questa o quella parte della opposizione”.
Sembra che mai come in questi giorni Matteo Renzi possa contare su un appoggio trasversale sia delle forze politiche in Parlamento che delle varie anime dem: sabato scorso, l’assemblea dei delegati del PD ha eletto nuovo presidente del partito Matteo Orfini, rappresentante di quella corrente dei “giovani turchi” fino a pochi mesi fa in aperto contrasto con Renzi e oggi più disponibile a raggiungere un punto d’incontro. Il rinnovato clima politico potrebbe portare non solo ad una distensione più duratura tra i partiti, ma giovare al dibattito sulle riforme.
Teti Maria Licursi
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