La questione unioni civili ha assunto, oltre a quella giuridica, anche rilevanza economica. Una rilevanza interessante, se non altro per la guerra di cifre circolata dopo la richiesta del riconoscimento intimato nei giorni scorsi all’Italia dalla Corte di Strasburgo.
L’impatto delle unioni non sarebbe limitato alla sola introduzione di una nuova fattispecie giuridica, ma avrebbe anche risvolti legati al sistema previdenziale e pensionistico.
Un impatto che, secondo Ncd, andrebbe quantificato nell’ordine di decine di miliardi di euro, circa 50 stando alle stime diffuse da Maurizio Sacconi.
Una cifra che sulla carta è insostenibile per i conti dello Stato e che basterebbe a bloccare sul nascere i desiderata di Renzi di portare a casa l’approvazione delle unioni civili entro la fine dell’anno.
Non solo. Oltre al nodo risorse economiche, Ncd mette l’accento sull’equiparazione al matrimonio e a quello per le adozioni, temi sui quali si registrano attriti con il Pd.
Nell’attesa di vedere il ddl approdare in Senato, arriva la relazione del Mef, anticipata da un tweet, che ridimensiona sensibilmente gli importi economici che sarebbero sul tavolo. Non miliardi, ma milioni di euro, e nemmeno tantissimi – ovviamente nell’ordine di grandezza di un provvedimento di un Governo. Il Mef stima un impatto economico che oscilla tra i 3,7 milioni di euro per il 2016 e i 22,7 milioni del 2025. Una somma che include “minor gettito Irpef per le detrazioni fiscali, maggiori prestazioni per assegni ai nuclei familiari, maggiori prestazioni pensionistiche di reversibilità”.
Per la stima di queste ultime, la relazione avrebbe considerato come riferimento le 67mila unioni civili censite in Germania nel 2011: il Mef conterebbe 5mila unioni nel 2016 per salire, almeno nelle stime, fino a 30mila.
Al momento però, i conti vengono fatti a occhio: la relazione ufficialmente non è ancora arrivata al Senato, tanto che l’anticipazione via twitter ha suscitato un certo sarcasmo proprio dallo stesso Sacconi. “Siamo alle coperture via tweet? – ha dichiarato – Come sanno coloro che conoscono le regole di contabilità pubblica la copertura per la spesa previdenziale deve essere calcolata per almeno dieci anni, in quanto deve stimare la piena espressione degli effetti a regime delle nuove norme”. “Leggeremo la relazione tecnica – continua – Spero che almeno la Ragioneria dello Stato conservi la usuale professionalità e indipendenza”.
Parlano di “teatro dell’assurdo” invece i membri della commissione Giustizia al Senato del M5S. “Evidentemente non hanno ancora raggiunto l’accordo per incassare il sì di Ncd. Dei diritti civili, chi se ne importa”, hanno concluso.
Insomma, una volta nelle mani dei senatori la relazione del Mef si potrà ripartire con l’iter istituzionale. Certo che le tempistiche rischiano uno slittamento, soprattutto considerato che la quadra da individuare dovrà tenere conto delle aree cattoliche della maggioranza, per non parlare poi del fatto che FI e Lega hanno già fatto capire, senza nemmeno troppi giri di parole, di voler bloccare i lavori prima della pausa estiva, creando se non un danno, almeno un grattacapo al premier Renzi.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy