Il cliente non vuol pagare? La prostituta può adire le vie legali. Fa discutere la sentenza del Tribunale di Roma, che da oggi consentirà alle lucciole di intentare una causa civile “a fronte dell’omesso pagamento” per il rapporto consumato. Il denaro richiesto, pertanto, non risulterebbe più un “ingiusto profitto“, come suggerito dall’ordinamento vigente e dalle norme dettate dal buon costume, bensì una pretesa legittima a seguito della prestazione. A questa insolita sentenza si è arrivati dopo la denuncia presentata da un uomo perseguitato -a suo dire- da numerosi messaggi minatori di una prostituta nigeriana, non contenta perchè non aveva ricevuto il denaro pattuito. La donna, che rischiava fino a vent’anni di reclusione per il reato di estorsione, se l’è cavata con un’accusa derubricata a violenza privata e quattro mesi di reclusione. Il collegio giudicante, infatti, ha ritenuto che “tra le prestazioni contrarie al buon costume ai sensi dell’art. 2035 del codice civile non può essere ricompreso l’esercizio della prostituzione, trattandosi di un’attività ampiamente diffusa nella collettività oltre che consentita dall’ordinamento giuridico“. Se proprio si vuol individuare un atteggiamento contrario al buon costume, per i giudici, bisogna cercarlo nel cliente, “che approfitta della prestazione sessuale della prostituta“. Contrario al buon costume sì, tuttavia non illegale, perchè in base all’orientamento consolidato ”il rifiuto del cliente a pagare è un atto consentito poiché nessuna forma di tutela è prevista per ottenere detto compenso, non essendo riconosciuto il diritto di pretenderne il pagamento”.
Per fare il punto: la prostituta ha diritto ad essere “retribuita” per la prestazione sessuale, ma il “rifiuto a pagare” del cliente è un “atto consentito”. Certo, nel caso specifico sarebbe stato più corretto pagare, dato che la nigeriana è una “donna giovanissima, che non conosce una parola d’italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta e sfruttamento (…) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che si serve in modo arrogante di questa situazione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti”. Insomma, un invito alla cavalleria, per i signori clienti, e magari ad allargare, senza troppe difficoltà, i cordoni della borsa!
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