‘Costretti’ a causa dei premi assicurativi troppo elevati, ormai insostenibili, oltre tre milioni di proprietari di veicoli a due e quattro ruote si trovano in posizione irregolare essendo sprovvisti del regolare tagliando per poter circolare.
L’Ania, Associazione Nazionale fra le imprese assicuratrici, ha calcolato che nel 2013 3,5 milioni di veicoli, pari all’8% del totale di quelli in circolazione, non era provvisto di copertura assicurativa. Il dato risulta inoltre in aumento rispetto al 2012 quando la stima dei veicoli non assicurati si attestava su 3,1 milioni di esemplari.
Questo tipo di irregolarità è più evidente al Sud (13%), rispetto al Centro Italia dove l’incidenza è pari all’8,1%, e al Nord dove la percentuale dei veicoli non assicurati scende al 5,3%.
L’Ania sintetizza e illustra il fenomeno del mancato pagamento della polizza per la propria vettura, che espone a gravi rischi sia il proprietario del veicolo sia colui che potrebbe dallo stesso subire qualche danno, nella sua relazione annuale dove aggiunge che in Italia avere un’incidenza maggiore degli altri Paesi europei.
Sul fatto che i costi dei premi assicurativi siano ”ormai insostenibili per molte categorie di assicurati” è pienamente d’accordo il ministro dello Sviluppo, Federica Guidi: lo ha fatto presente in occasione dell’assemblea Ania parlando di cifre così elevate da ”indurre una quota crescente di conducenti a compiere irregolarità”.
In effetti, i prezzi delle polizze Rc Auto in Italia sono superiori alla media europea. Un problema, fa sapere il presidente dell’Ivass Salvatore Rossi nelle considerazioni sull’attività del 2013, ancora “irrisolto dopo tanti anni” e dovuto, con ogni probabilità, anche alla mancata riforma del settore dovuta al cambio di governo. Solo il 5 per cento degli assicurati, secondo Rossi “paga un premio paragonabile a quello medio europeo di 250 euro”, con il prezzo medio effettivo pari in Italia a 500 euro nel primo trimestre dell’anno (se pur con un calo del 3,8 per cento). La mediana invece è di 450 euro (-3,4%).
Il prezzo sale poi, in media di oltre 100 euro, se l’assicurato vive in una grande città e scende con l’età. Chi in passato ha avuto incidenti può arrivare a pagare il triplo di chi non ne ha avuti. Infine il prezzo sale con il grado di concentrazione del mercato, che varia da provincia a provincia (a Caserta, ad esempio, la concentrazione è più che tripla rispetto a Teramo).
Ecco perché nel 2013 si è registrato un calo del premio medio della copertura r.c. auto pari al -4,6%. Sulla base di una rilevazione associativa trimestrale risulta che nei primi tre mesi del 2014, continua, anche a ritmi più sostenuti, la flessione dei prezzi (-6,3% rispetto a marzo 2013). Lo rileva l’Ania nella sua relazione annuale in cui aggiunge che il prezzo medio della copertura prima delle tasse è sceso a marzo 2014 su anno a 410 euro. In due anni il premio medio si è ridotto di quasi 40 euro, ovvero di circa il 10%.
Una buona notizia invece viene dal numero dei furti d’auto, in calo. Dopo l’aumento del 2012 tornano a diminuire in Italia i furti di vetture (-3,5% nel 2013) anche se il dato si accompagna con una contestuale diminuzione del recupero da parte delle forze dell’ordine. Tutte le Regioni del Nord sono in calo tranne la Lombardia mentre la Basilicata mette a segno il decremento più marcato (-26,9% sull’anno precedente). La Puglia mantiene stabile il rapporto tra questo tipo di reato e il parco circolante mantenendo così il primato in Italia. Nel resto del Sud la Campania registra un miglioramento (-7,7%).
Per le scatole nere, invece, il 2013 è stato l’anno del boom. Nell’ultimo anno ne sono state installate sulle vetture così tante da rendere il nostro paese leader mondiale in questo settore. E’ sempre l’Ania a segnalarlo nella sua relazione. I dispositivi telematici installati nelle automobili sono quasi raddoppiati da 1,2 milioni del 2012 a oltre 2 milioni nel 2013. Aumenta anche la diffusione dei cosiddetti comparatori, o aggregatori, di prezzi per l’acquisto dell’assicurazione r.c. auto via internet.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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