Narendra-Modi
In attesa dei risultati ufficiali (saranno comunicati il 16 maggio), le elezioni indiane hanno indicato l’uomo che guiderà la più grande democrazia del mondo : il nazionalista indù Narendra Modi, leader del partito Bjp, appoggiato dalla coalizione Nda. Gli exit poll e le valutzioni degli esperti elettorali convergono unanimemente su Modi. I seggi appannaggio del Bjp dovrebbero essere oltre 220, mentre la coalizione che lo sostiene dovrebbe attestarsi tra i 272 e i 281. Il totale dei seggi disponibili nel Parlamento indiano è di 543. Sarebbe maggioranza assoluta, quindi. E nessuna necessità di cercare complicate alleanze per governare il Paese.
Narendra_Modi
Si profila, dunque, una svolta epocale per l’India: dopo dieci anni di governo, sarà relegato all’opposizione il partito del Congresso, quello della dinastia Nehru-Gandhi, il cui candidato premier, Rahul Gandhi, il figlio di Sonia Gandhi, non si è dimostrato all’altezza del rivale. I sondaggi attribuiscono al partito del Congresso meno di cento seggi, mentre poco oltre quota 100 si attesterebbe l’intera coalizione, l’Upa, che lo sostiene.
Un divario molto netto che offre, comunque, a Modi la possibilità di esercitare un potere fuori discussione in grado di porre la parola fine, tanto più nel momento in cui non vi è neppure una scadenza elettorale che possa condizionare gli eventi, alla vicenda dell’illegittimo trattenimento dei nostri due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, nella regione del Kerala.
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