L’annuario 2017 dell’Istat fotografa come al solito i cambiamenti del Paese. Sempre in lotta con i numeri, alcuni dati saltano agli occhi più di altri: le nascite, diminuite quest’anno di 12 mila unità rispetto al 2015. Praticamente come avessimo cancellato dalla cartina geografica una città come Rovigo. Proprio per questo calo demografico – esattamente 473.438 nuovi nati, 12.342 in meno rispetto all’anno precedente – l’Italia si conferma uno dei Paesi più vecchi al mondo con oltre 32 mila decessi in meno rispetto al picco dell’anno precedente. Cala anche il numero delle pensioni, ma la relativa spesa sale.
Meno prolifici, dunque – siamo al sesto posto per fecondità più bassa nella classifica europea: all’ultimo c’è il Portogallo con 1,31 figli in media, mentre la Francia, con 1,96 figli in media per donna, è al primo – ma più longevi, con un’aspettativa di vita che torna a crescere (dopo una battuta d’arresto nello stesso anno in cui si sono registrati più decessi) e passa da 80,1 a 80,6 anni per gli uomini e da 84,6 a 85,1 per le donne. Speranza di vita, ancora una volta, maggiore nell’area geografica Nord-Est, più bassa nel Meridione. E anche sul fronte salute resta ancora il divario fra Nord e Sud, sia per le differenze della rete d’offerta ospedaliera (ridotti i posti per ‘acuti’, in aumento quelli nelle strutture di assistenza residenziale (+4,4% negli ultimi tre anni), sia per l’assistenza di medici di base (leggermente in calo).
In aumento i single. Una società, quella italiana, spezzata in tante singole parti, con famiglie che in un caso su tre sono composte da una sola persona: nell’arco di vent’anni, spiega l’Istituto di statistica, il numero medio di componenti in famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016). Famiglie, anche di single, che se vivono in città devono sobbarcarsi ogni mese una spesa maggiore di 500 euro. L’Istat smentisce inoltre l’ottimismo degli italiani che in vista del prossimo voto hanno sempre meno voglia di politica: il 24% non si informa, il 32 non ne parla mai.
In calo la popolazione. Al 31 dicembre 2016, i residenti in Italia erano 60.589.445 (29.445.741 maschi e 31.143.704 femmine), oltre 76 mila unità in meno rispetto all’inizio dell’anno. A livello territoriale il Sud e le Isole sono la ripartizione con il maggiore decremento annuo (-0,3 per cento); come nell’anno precedente il maggior numero di residenti, il 26,6 per cento del totale, si trova al Nord-ovest (16.103.882 unità).
Crescono invece gli stranieri dello 0,4%: al 1° gennaio 2017 la popolazione straniera residente era pari a 5.047.028 unità, l’8,3 per cento del totale dei residenti. Anche la distribuzione in base all’area di provenienza ricalca quella dell’anno precedente: la maggior parte dei cittadini stranieri residenti in Italia è dell’Ue (30,5 per cento della popolazione straniera residente); seguono quelli dell’Europa centro-orientale (21,0 per cento) e dell’Africa settentrionale (12,9 per cento). È solo nel Nord-est che la percentuale più elevata di cittadini stranieri (il 28,6 per cento) proviene dall’Europa centro-orientale.
In Italia 4,7 milioni di poveri, mentre in 6,4 milioni ‘sperano’ in un lavoro. Nel 2016, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono 1,6 milioni, per un totale di 4,7 milioni di individui poveri (il 7,9% dell’intera popolazione). Le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni rispetto all’anno precedente sono quelle numerose, soprattutto coppie con tre o più figli minori (da 18,3% del 2015 a 26,8% del 2016). L’incidenza di povertà assoluta è più elevata fra i minori (12,5%) e raggiunge il suo minimo fra le persone di 65 anni e più (3,8%). Lo rileva Istat nell’Annuario statistico.
In calo omicidi e furti ma crescono le truffe. Calano i delitti in Italia, soprattutto omicidi, furti e rapine, ma aumentano le estorsioni e le truffe via internet. In particolare, dice l’Istat, i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel 2015 sono stati 2.687.249 e sono state 564mila le persone denunciate nei confronti delle quali è stata avviata l’azione penale (di queste il 24% è straniero e il 3,4% minorenne). In particolare, “risultano in diminuzione i delitti contro la persona: gli omicidi volontari consumati (-1,3 per cento) e, al loro interno, quelli di tipo mafioso, che costituiscono attualmente il 9,2 per cento del totale (quota più che dimezzata rispetto al 2004, quando era il 19,3 per cento), gli omicidi volontari tentati (-3,8 per cento), le violenze sessuali (-6,0) e le lesioni dolose (-3,2 per cento). Sono invece in netto aumento, sottolinea ancora l’Istituto, sia le estorsioni, con un +19.7% rispetto al 2014 (una crescita che arriva al 60% se si considera l’ultimo quinquennio), le truffe e le frodi informatiche, che fanno registrare un +8,8%.
Carceri, detenuti in aumento I detenuti presenti nelle carceri alla fine del 2016 risultavano essere 54.653, in aumento rispetto al 2015 (+4,8 per cento). Dopo un deciso calo (-23,2 per cento nel periodo 2010-2015) delle presenze in carcere, anche a seguito di una serie di misure normative, poste in atto allo scopo di ridurre il ricorso alla detenzione in carcere, si nota dunque un segno di ripresa da monitorare attentamente. L’Istat rileva che l’indice di affollamento delle carceri in Italia sale a 108,8 alla fine del 2016 (era 105,2, oltre tre punti percentuali in meno, l’anno precedente).
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