Dal ping pong alle olimpiadi coreane: ecco come si tenta di evitare una guerra Oltre a far bene alla salute lo sport fa bene alla diplomazia. Non è la prima volta che il dialogo internazionale passa attraverso una sfida molto più divertente di quelle che si giocano sui tavoli di confronto degli ambasciatori. La Corea del Nord sta dialogando con il Sud per vedere suoi atleti ospiti alle olimpiadi invernali di Pyeongchang: è l’ultimo di una serie di avvenimenti che ha avuto il suo apice con la famosa diplomazia del Ping pong. Quando, cioè, un incontro di tennistavolo tra Cina e Usa avviò le politiche del disgelo, nel 1971, tra il presidente americano Richard Nixon e quello cinese Mao Zedong. Lo sport e la Corea del Nord Lo Stato tra i più inaccessibili al mondo (la Corea del Nord, appunto), non è nuovo a questo genere di pratiche per parlare con il resto del pianeta. E’ nota l’amicizia della stella del basket Usa, Dennis Rodman, proprio con Kim Jong-un, a tal punto da aver partecipato a una serie di partite organizzate a Pyongyang e ad aver allenato una squadra di basket nordcoreana. Che l’erede della dinastia Kim sia un patito di pallacanestro lo si deve agli anni in cui, sotto falso nome, il padre lo mandò in Svizzera a studiare. Il confronto tra i due Paesi del 38esimo parallelo non si è fermato qui. Anche per loro vale la regola del tennistavolo, tanto che il 4 agosto 2012 a Londra, per le Olimpiadi, le due Coree si sfidano per una nuova partita di ping-pong. A gareggiare sono Ryu Seungmin e Kim Hyok Bong, che poi si stringeranno la mano, in segno di sportivo dialogo che diventerà notizia. Inoltre, hanno tentato più volte di unirsi, anche solo per una sfilata: è il 2000 quando sfilano insieme alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Sidney, in Australia, sotto un unico nome. Per quell’occasione Chung Un Soon, una giocatrice di basket del Sud e Park Chong Chul, a un allenatore di judo del Nord, portano la bandiera con l’immagine dell’intera penisola in blu, tutta unita. La diplomazia fatta a colpi di mazze (da baseball) Anche altre nazioni si sono divertite a tradurre la diplomazia con lo sport. Un esempio su tutti è stato quello della politica del disgelo tra Usa e Cuba proprio grazie al baseball. A metterci lo zampino è stato Barack Obama. Era il 2016. Negli anni Ottanta furono le atlete olimpiche russe Tatyana Kazankina e Vera Komisova a partecipare andando a un meeting sportivo in Cina, dopo un ventennio di gelo tra le due nazioni. La lotta fu la disciplina che riallacciò negli anni Novanta i rapporti tra Usa e Iran che, per Francia 1998, rapporti che si sarebbero nuovamente incrociati durante i mondiali di calcio. Il cricket del subcontinente indiano Anche il gelo diplomatico tra India e Pakistan, nel 2011 (causato da una crisi profonda sul Kashmir) si attenuò grazie allo sport. L’occasione è stata quella del campionato mondiale di cricket. Il premier indiano Manmohan Singh invitò il suo collega pachistano Yusouf Raza Gilani ad assistere il 30 marzo alla semifinale tra le due nazioni. La Palestina e i giochi olimpici Atlanta 1996: tre atleti sfilano alle olimpiadi con la bandiera della Palestina. E’ la prima volta che accade, grazie al riconoscimento del Comitato olimpico palestinese da parte del Cio proprio l’anno prima, nel 1995. Dopo le sfide americane hanno partecipato a Sydney, Atene, Pechino, Londra e Rio de Janeiro. La loro è stata una presenza più politica che altro, visto che non sono riusciti a portare a casa alcuna medaglia.
Dal ping pong alle olimpiadi coreane: ecco come si tenta di evitare una guerra
Oltre a far bene alla salute lo sport fa bene alla diplomazia. Non è la prima volta che il dialogo internazionale passa attraverso una sfida molto più divertente di quelle che si giocano sui tavoli di confronto degli ambasciatori. La Corea del Nord sta dialogando con il Sud per vedere suoi atleti ospiti alle olimpiadi invernali di Pyeongchang: è l’ultimo di una serie di avvenimenti che ha avuto il suo apice con la famosa diplomazia del Ping pong. Quando, cioè, un incontro di tennistavolo tra Cina e Usa avviò le politiche del disgelo, nel 1971, tra il presidente americano Richard Nixon e quello cinese Mao Zedong.
Lo sport e la Corea del Nord
Lo Stato tra i più inaccessibili al mondo (la Corea del Nord, appunto), non è nuovo a questo genere di pratiche per parlare con il resto del pianeta. E’ nota l’amicizia della stella del basket Usa, Dennis Rodman, proprio con Kim Jong-un, a tal punto da aver partecipato a una serie di partite organizzate a Pyongyang e ad aver allenato una squadra di basket nordcoreana. Che l’erede della dinastia Kim sia un patito di pallacanestro lo si deve agli anni in cui, sotto falso nome, il padre lo mandò in Svizzera a studiare. Il confronto tra i due Paesi del 38esimo parallelo non si è fermato qui. Anche per loro vale la regola del tennistavolo, tanto che il 4 agosto 2012 a Londra, per le Olimpiadi, le due Coree si sfidano per una nuova partita di ping-pong. A gareggiare sono Ryu Seungmin e Kim Hyok Bong, che poi si stringeranno la mano, in segno di sportivo dialogo che diventerà notizia. Inoltre, hanno tentato più volte di unirsi, anche solo per una sfilata: è il 2000 quando sfilano insieme alla cerimonia di apertura delle olimpiadi di Sidney, in Australia, sotto un unico nome. Per quell’occasione Chung Un Soon, una giocatrice di basket del Sud e Park Chong Chul, a un allenatore di judo del Nord, portano la bandiera con l’immagine dell’intera penisola in blu, tutta unita.
La diplomazia fatta a colpi di mazze (da baseball)
Anche altre nazioni si sono divertite a tradurre la diplomazia con lo sport. Un esempio su tutti è stato quello della politica del disgelo tra Usa e Cuba proprio grazie al baseball. A metterci lo zampino è stato Barack Obama. Era il 2016.
Negli anni Ottanta furono le atlete olimpiche russe Tatyana Kazankina e Vera Komisova a partecipare andando a un meeting sportivo in Cina, dopo un ventennio di gelo tra le due nazioni. La lotta fu la disciplina che riallacciò negli anni Novanta i rapporti tra Usa e Iran che, per Francia 1998, rapporti che si sarebbero nuovamente incrociati durante i mondiali di calcio.
Il cricket del subcontinente indiano
Anche il gelo diplomatico tra India e Pakistan, nel 2011 (causato da una crisi profonda sul Kashmir) si attenuò grazie allo sport. L’occasione è stata quella del campionato mondiale di cricket. Il premier indiano Manmohan Singh invitò il suo collega pachistano Yusouf Raza Gilani ad assistere il 30 marzo alla semifinale tra le due nazioni.
La Palestina e i giochi olimpici
Atlanta 1996: tre atleti sfilano alle olimpiadi con la bandiera della Palestina. E’ la prima volta che accade, grazie al riconoscimento del Comitato olimpico palestinese da parte del Cio proprio l’anno prima, nel 1995. Dopo le sfide americane hanno partecipato a Sydney, Atene, Pechino, Londra e Rio de Janeiro. La loro è stata una presenza più politica che altro, visto che non sono riusciti a portare a casa alcuna medaglia.
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