Mucchio giallorosso attorno a Mainggolan, autore della prima rete alla Fiorentina
La serie A riapre i battenti all’insegna della continuità con la passata stagione: Juve e Roma, le due principali candidate allo scudetto, infatti, non solo hanno entrambe vinto ma lo hanno fatto fornendo prestazioni molto convincenti. Anche Napoli e Milan, tra le big, hanno portato a casa i tre punti ma al termine di vicende piuttosto sofferte.
L’incornata di Caceres che propizia l’autogol decisivo di Biraghi
I campioni d’Italia, orfani del neo Ct della nazionale Antonio Conte, hanno regalato al nuovo tecnico, Massimiliano Allegri, un esordio molto più brillante di quanto non faccia supporre lo striminzito 1-0 con cui i bianconeri hanno espugnato il Bentegodi, sponda Chievo. L’esordio dei torinesi, in realtà, si preannunciava per nulla agevole, visto che la Juve non solo era chiamata all’impegno in trasferta ma era costretta a fare a meno, tra infortuni, squalifiche e attacchi febbrili, di Barzagli, Pirlo, Morata, Chiellini, Giovinco (in panchina) e Llorente (entrato solo a venti minuti dal termine). Visto lo stato d’emergenza, Allegri ha saggiamente deciso di riproporre il modulo tanto caro a Conte della difesa a tre, ma ha rischiato dall’inizio il giovanissimo (18 anni compiuti da un paio di mesi) Kingsley Coman, arrivato dal Psg a parametro zero. E quella del francesino si è rivelata una scelta quantomai felice, visto che si è trattato di uno dei migliori in campo: intraprendenza, facilità nel vedere e trovare la porta, tecnica e fisico. Un giocatore che, sin da ora, promette di avere un futuro radioso davanti a sè. Per nulla intimidito dalla nuova realtà, Coman ha mostrato un’indubbia personalità. E sì che giocava con 38,5° di febbre…
Il 18enne Coman: un nuovo Pogba?
La rete che ha deciso il match è giunta già al 6′, in virtù di un colpo di testa di Caceres, deviato (in modo determinante) da Biraghi nella porta clivense. Dopo, la Juve non solo non ha controllato agevolmente, ma ha continuato a premere cogliendo ben tre legni (Vidal, Tevez e Caceres) e costringendo i padroni di casa nella propria area per tutto il match. Unico birivido: l’occasione sventata da Buffon su Maxi Lopez. In onestà, sarebbe stata una beffa. Ottima la prima, quindi, per il nuovo tecnico bianconero che non vantava precedenti particolarmente felici in tema di esordi in campionato. Molto più incoraggiante, invece, per le ambizioni di Madama, un altro dato statistico che riguarda Allegri: quando ha vinto la gara d’esordio ha poi chiuso con il primato nella divisione di competenza (gli è accaduto sulle panchine di Sassuolo e Milan).
La prima Roma stagionale
Due ore e tre quarti d’oro dopo, la Roma raccoglieva il guanto di sfida e rilanciava con una prestazione da stropicciarsi gli occhi, almeno per la prima ora abbondante di gioco. E contro un avversario, sulla carta, di tutto rispetto, come la Fiorentina dell’ex Montella (ancora a digiuno di successi contro i giallorossi da quando ha appeso gli scarpini al chiodo), accreditata di un ruolo da protagonista assoluta in questa stagione, anche sulla scorta di un’ottima campagna precampionato. La Roma ha giocato su livelli di assoluta eccellenza, prendendosi con grande autorevolezza il comando delle operazioni, lasciando praticamente nulla agli avanti viola e dando l’impressione di avere il controllo totale del match. Unico neo dello sfavillante primo tempo romanista, la mancata traduzione in termini di occasioni da rete dell’enorme volume di gioco espresso. Ma la novità di quest’anno è l’acquisita consapevolezza del nuovo “status” di seria pretendente allo scudetto, un ruolo che anzichè irretire i giocatori di Garcia, sembra aver fornito loro la calma e la serenità dei forti, tradottasi in campo nell’assoluta assenza di ansia nello sbloccare il match. La prima conclusione dalle parte di Neto arrivava, infatti, solo al 24′, con una punizione calciata alta dall’atteso neoacquisto Iturbe. E’ il prologo alla rete apriscatole di Nainggolan, il migliore in campo, autore di una prestazione a tutto tondo, protagonista sia in interdizione che in rifinitura (sarà lui a servire l’assist del 2-0 a Gervinho) e anche, come detto, nei panni del fromboliere. Anche se, va detto, l’1-0 è propiziato da un errore marchiano dell’esordiente Brillante che butta via un banale appoggio all’indietro. Al di là di facili ironie sul cognome del neoacquisto che la Fiorentina ha pescato in Australia (e ci si continua a chiedere se i giovani delle nostre categorie giovanili e delle nostre serie minori siano tanto peggiori di tanti importati “esotici”), stupisce sia la velocità stordente del giro palla romanista, sia l’atteggiamento smaccatamente rinunciatario degli ospiti, scesi all’Olimpico tra mille aspettative e comportatisi per un’ora abbondante come una provinciale qualsiasi. Montella, che con le sue sostituzioni ha, di fatto, ammesso evidenti errori nella scelta dell’undici iniziale, dovrà lavorare ancora molto sulla personalità dei suoi. Inaccettabile per una squadra come la Fiorentina approcciare così un match e le assenze pur pesantissime di Rossi e Cuadrado spiegano solo in parte la Caporetto viola.
Montella: da allenatore ancora a secco con la Roma
Ma stupisce anche il rendimento e la sicurezza mostrata da un pacchetto arretrato, quello giallorosso, nuovo di zecca per 3/4: Astori essenziale, Cole ancora un pò timido ma senza particolari sbavature e, soprattutto, Manolas, appena sceso dall’aereo provenienza Pireo, e già padrone del centro della difesa, come fosse lì da anni. Nota a margine per Francesco Totti, 38 anni ad ottobre e non sentirli affatto. Tirato a lucido, autore di tocchi sopraffini e “cervello pensante” di tutte le manovre degli uomini di Garcia. Strameritati gli applausi scroscianti che ne hanno salutato l’uscita dal campo a venti minuti dalla fine. Quanto all’autore del raddoppio, giunto in pieno recupero, Gervinho, solita croce e delizia. Accelerazioni sconosciute per i ritmi blandi della nostra serie A ma anche almeno tre palle gol sciupate. Va detto, però, che oltre al gol, l’ivoriano è entrato in modo determinante anche nell’azione dell’1-0. Sbaglierà ancora qualche conclusione di troppo e non sarà mai un attaccante chirurgici ma rimane un giocatore che gli equilibri li sposta eccome. Qualche patema la Roma lo ha avvertito solo a metà ripresa dove a guadagnarsi le luci della ribalta è stato De Sanctis, autore di due interventi prodigiosi nel breve volgere di qualche secondo prima sulla punizione calciata magistralmente da Ilicic (prima no, Montella?) e poi su conclusione ravvicinatissima a botta sicura di Babacar. L’impressione, però, è che si sia trattato di un fisiologico calo fisico della Roma e di una reazione nervosa, più che tecnico-tattica, della Fiorentina che, pur con maggior convinzione, continuava a giocare maluccio, facendo fatica a inanellare più di tre passaggi puliti di fila.
Alla luce di un mercato certamente da primato e davvero insolito per un’estate molto avara di grandi colpi (se viene considerato tale l’acquisto di Torres è tutto dire…) che pure ha portato sulle sponde del Tevere Iturbe, Manolas, Cole, Astori, Holebas, Ucan, Emanuelson, Keita e che potrebbe venir ulteriormente rimpinguato nelle ultime ore (Rabiot?), della conferma dell’impianto base di assoluto valore, della conferma della guida tecnica saldamente nelle mani di Garcia e, soprattutto, della consapevolezza della forza nei propri mezzi, forse è proprio la Roma la favorita del torneo, più che la principale (unica?) alternativa alla Juve.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy