Ben 150 anni e non sentirli. E’ questa l’aria che un po’ si respira aldilà del Piave, o almeno tra le camice verdi. Anche perché non passa anno che, in occasione dell’anniversario per l’Unità d’Italia, ci si interroghi di nuovo: ma stavolta la Lega parteciperà o meno alle celebrazioni ufficiali? Fino a quando Bossi e i suoi erano fuori dalle istituzioni dell’odiata Roma tutto seguiva secondo i piani, ma da quando il verde leghista si è appropriato di aule, palazzi e dicasteri capitolini gli occhi sono tutti puntati su incontri e appuntamenti dove il governo non può mancare.
In verità in casa Lega Nord non tutti si rifiutano di festeggiare Garibaldi e le sue camice rosse. C’è chi come il ministro Roberto Calderoli non ci pensa affatto, altri invece come il sindaco di Verona, Flavio Tosi, preferiscono tenere i toni bassi. Lo “sceriffo” veneto, in particolare, ha più volte ricordato che «L’Unità è comunque un fatto positivo – assicura – ed era nella logica delle cose: sarebbe stato strano, e negativo, se non si fosse verificata. Ma è anche vero che è stata gestita nel peggiore dei modi ».
Insomma in occasione dei prossimi 150 anni la Lega non ha ancora deciso come schierarsi. Di sicuro il pensiero del suo leader Umberto Bossi non lasciava ben sperare. Il Senatur, infatti, aveva ribattezzato l’Unità come “una ricorrenza inutile” per affrettarsi però subito dopo a corregger il tiro ed aggiungere “se Napolitano mi chiama per i festeggiamenti ci vado perché mi sta simpatico”. Sul tricolore, diventato invece un vero vessillo nelle ultime settimane per l’alleato Silvio Berlusconi, molti leghisti storcono il naso e spesso non ne fanno mistero.
Un assessore comunale del Varesotto, ad esempio, poco tempo fa fu “pizzicata” su Facebook perché aveva aderito a un gruppo che invitava ad usare la bandiera italiana come carta igienica mentre molti altri colleghi di partito, soprattutto nelle valli padane, ribadiscono che loro non si identificano affatto in quell’Italia voluta da Cavour al grido di “Federalismo o morte”. L’ultimo caso scoppiato di recente è quello dell’europarlamentare del Carroccio, Francesco Enrico Speroni, secondo il quale l’Unità sarebbe stata favorita “dalla mafia e dalla camorra”, tanto che Garibaldi sarebbe entrato a Napoli “su una carrozza piena di camorristi” assicura il politico di Busto Arsizio.
Insomma, in attesa che le beghe di Palazzo non blocchino l’atteso federalismo fiscale, la Lega tenta di smorzare i toni e fare buon viso a cattivo gioco. Mentre il Belpaese quindi si prepara ad onorare la Repubblica conquistata, le camice verdi, per ora, resteranno a guardare.
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