Da Palmira alla Francia della seconda guerra mondiale, rappresentata nel film “Francofonia” in gara al festival del Cinema di Venezia, il salto non è poi così vertiginoso. Mentre l’ISIS tenta di radere al suolo il patrimonio storico, artistico e culturale della perla del deserto siriano, il regista russo Aleksandr Sokurov ricorda l’eroismo di chi, durante il secondo conflitto mondiale, non esitò a rischiare la propria vita per proteggere e salvaguardare i tesori del Louvre. Come non pensare alla figura dello studioso di antichità siriane, Khaled Hasaad, che lo scorso 19 agosto ha brutalmente perso la vita per mano dei combattenti islamici.
“Francofonia- Il Luovre sotto occupazione” racconta la storia del direttore del Louvre, Jacques Jaujard, durante la Seconda Guerra Mondiale quando gli eserciti nazisti imperversavano nelle diverse nazioni appropriandosi e calpestando senza riguardo ogni traccia dell’umana civiltà. Jaujard, con l’aiuto del conte Franz Wolff-Metternich, riuscì a portare in salvo in pochi giorni oltre 3500 dipinti e statue, tra cui la Gioconda, la Nike di Samotracia, gli immensi Delacroix e i Rubens, imballandoli e caricandoli su duecento veicoli che lasciarono il museo parigino per località nascoste e protette.
Le immagini delle esplosioni e delle devastazioni che continuano in Siria ricordano quanto purtroppo sin dall’antichità la distruzione dei tesori artistici sia un’affermazione di potere per soggiogare popoli. Esplorando il rapporto fra arte e potere, Aleksander Sokurov racconta la storia di questi due personaggi, diversi e assai distanti tra loro, un tedesco antinazista e un francese molto francese, che uno dei conflitti più devastanti della storia dell’umanità unì in un comune intento superiore: salvare il patrimonio artistico del Luovre. “L’Europa mi è sempre sembrata una sorta di famiglia unita,” sostiene il regista “una famiglia storica e solida, con le sue tradizioni. La cultura rappresenta la base o le fondamenta di questa famiglia. E io nutro la ferma convinzione che la Francia e la Germania siano come… sorelle. I rapporti sono difficili. Il nostro film si incentra sugli aspetti riusciti della loro relazione”.
Le scene del film ricordano i colori e le riprese delle pellicole di metà del secolo scorso, il seppia e le immagini a tratti tremanti e un po’ sfocate danno l’impressione di assistere davvero un documento dell’epoca e consentono quasi di entrare in un mondo in cui il museo è percepito come luogo che custodisce e genera l’identità dei popoli.
Ad interpretare i due protagonisti, Sokurov ha chiamato Louis Do de Lencquesaing (Madame Bovary di C. Chabrol), nel ruolo di Jacques Jaujard e l’attore teatrale tedesco Benjamin Utzerath nel ruolo del Conte Wolff-Metternich. Il film ha già una distribuzione italiana.
Vania Amitrano
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