L’ Aula della Camera ha bocciato l’emendamento al testo dell’ Italicum che mira ad introdurre le preferenze. L’ emendamento, a prima firma La Russa, era stato precedentemente accantonato. Governo e commissione hanno dato parere contrario.
Dopo la bocciatura delle “quote rosa” – Montecitorio ha detto ‘no’ al 40% delle posizioni di capolista per le candidate (e il 60% ai candidati), alla parità di rappresentanza (al 50%) e all’alternanza di genere nella composizione delle liste – oggi la riforma elettorale è tornata alla Camera dei deputati per la votazione degli ultimi “ritocchi” al testo. Rispetto alla parità di genere si contano altre defezioni: i voti “mancanti” alla maggioranza “politica” che sostiene la riforma elettorale aumentano di 6 unità: prima sono stati 101 i voti mancanti all’appello e nell’ultimo voto sulle preferenze sono saliti a 117.
E cresce il malumore in caso del Partito democratico, nonostante questa mattina Renzi abbia provato a tenere unito il partito.
Se qualcuno non vuole votare oggi – ha detto parlando all’assemblea del Pd – lo deve spiegare bene fuori da qui. Vi chiedo, come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi».
Renzi annuncia anche che sarà convocata nei prossimi giorni una Direzione Pd sulla riforma del Titolo V.
In Forza Italia, invece, si esulta.
L’accordo Berlusconi-Renzi sulla legge elettorale regge e questa è una buona notizia»
dichiara il senatore Altero Matteoli.
Sì dell’Aula della Camera all’emendamento della Commissione alla legge elettorale che contiene il cosiddetto «algoritmo», ovvero la formula matematica che trasforma i voti in seggi, e le soglie di sbarramento. L’emendamento è passato a scrutinio segreto con 315 sì e 237 no. L’emendamento rappresenta il «cuore dell’Italicum. Prevede la soglia di sbarramento al 37% per ottenere il premio di maggioranza; quella del 4,5% di ingresso per i partiti in coalizione; quella dell’8% per i partiti non coalizzati e quella del 12% per le coalizioni. Il premio di maggioranza viene fissato al 15%. L’emendamento introduce, inoltre, il ballottaggio per le due coalizioni che ottengono più voti ma non superano la soglia del 37%.
L’Aula di Montecitorio ha approvato l’emendamento della commissione Affari costituzionali alla legge elettorale che fissa le soglie di accesso alla Camera. Via libera quindi al premio di maggioranza del 15% alla componente che raggiunge il 37% dei consensi, allo sbarramento del 12% per le coalizioni, del 4,5% su scala nazionale per i partiti in coalizione e dell’8%, sempre nazionale, per le formazioni non coalizzate. Sì anche all’introduzione del ballottaggio tra i due partiti o gli schieramenti che non arrivano al 37 per cento.
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