17 gli anni di mandato (o impero o monarchia assoluta, come da più parti scritto non senza sarcasmo) a fronte dei soli quattro giorni intercorsi tra l’elezione (la quinta consecutiva) a presidente della Fifa e l’annuncio delle dimissioni da tale carica. E’ il paradosso, non solo temporale, della vicenda-Blatter. Prima della conferenza stampa shock, sette arresti eccellenti di dirigenti di altissimo profilo in seno alla Fifa (ma altri due sono incriminati, oltre a cinque dirigenti d’azienda), quindi la “bomba” dei 10 milioni di dollari sborsati dalla stessa Fifa in favore della Concacaf (cioè del potentissimo Jack Warner, all’epoca dei fatti, nel 2008, a capo della confederazione Nord e Centroamericana),che avrebbe pesantemente inguaiato Jerome Valcke (braccio destro di Blatter e suo n. 2, una mail lo inchioda senza lasciar spazio ad interpretazioni), poi, oggi, dopo le dimissioni dell’elvetico, gli “avvisi rossi”, ossia richieste di cattura internazionale, emessi dall’Interpol su mandato della giustizia Usa a carico di Warner, Nicolas Leoz (ex presidente della Conmebol nonchè di altre figure di spicco del management aziendale. E ora anche da fonti Fbi emerge che lo stesso presidente dimissionario sia sotto inchiesta per gli stessi capi d’imputazione che hanno condotto agli arresti del 27 maggio. Questa la fotografia attuale dello stato in cui è ridotta la massima organizzazione calcistica mondiale.
Platini sembra accompagnare Blatter …all’uscita di scena
Sullo sfondo, accuse pesantissime che vanno dalla corruzione alla frode, all’associazione a delinquere e al riciclaggio di denaro sporco. Una mole impressionante di attività illecite che andrebbe a comporre un desolante mosaico di “corruzione rampante, sistemica e radicata all’estero e negli Stati Uniti”, come ha avuto modo di dichiarare Loretta Lynch, ministro della giustizia Usa. Che si è spinta anche oltre: “Il sistema si estende su almeno due generazioni di funzionari del calcio che, come sostenuto, hanno abusato della loro posizione di fiducia per l’acquisizione di milioni di dollari in tangenti e bustarelle”, ha specificato la Lynch. Le principali vittime di questa tentacolare piovra? Innanzitutto i tifosi di tutto il mondo, ma anche i campionati giovanili dei paesi in via di sviluppo, defraudati di ingenti somme.
Per quanto riguarda le chiacchieratissime assegnazioni delle rassegne iridate a Russia e Qatar, le nubi, anche dopo la frettolosa archiviazione da parte della Fifa del dossier elaborato dall’ex procuratore Michael Garcia cui era stata affidata proprio dalla Fifa un’accurata inchiesta interna, permangono. Per tutti, meno che per i beneficiari. “Non ci sono dimissioni che possano cancellare la decisione sul Paese in cui si svolgeranno i mondiali di calcio del 2018”, ha detto il ministro dello sport russo, Vitali Mutko commentando le dimissioni di Blatter. “Il Qatar non rischia di perdere i Mondiali del 2022”, ha ribadito il presidente della federazione calcistica di Doha, Sheikh Hamad bin Khalifa bin Ahmed al-Thani. Secondo quest’ultimo l’assegnazione dei mondiali al paese del Golfo è stata trasparente e l’inchiesta di Garcia lo avrebbe dimostrato.
Ma cosa accadrà adesso in seno alla Fifa? Blatter rimarrà formalmente il reggente almeno sino a dicembre perchè non è possibile, da statuto, convocare il consiglio elettivo straordinario prima di quattro mesi. Possibile, però, che si possa slittare anche a marzo 2016.
Quali i possibili successori del “monarca svizzero”? La lista, ufficiosa, appare già da oggi piuttosto folta: Michel Platini (che, in caso di candidatura, avrebbe anche il sostegno del nostro Tavecchio), l’ultimo sfidante, il principe giordano Ali bin al-Hussein, peraltro spinto a furor di popolo dall’opinione pubblica del suo Paese, lo sceicco del Kuwait Ahmad Fahad Al Ahmad Al Sabah, nonchè gli ex calciatori Figo e Ginola (già in animo di candidarsi quest’anno) cui potrebbero aggiungersi Zico e Romario.
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