Da qualche tempo, Lega e Movimento Cinque stelle litigano su tutto. Ed in qualche caso, come nella vicenda del Sea Watch quasi arrivano alle mani, rissa scongiurata dal premier Conte che, alle divergenze, mette sempre una pezza, magari scontentando, a seconda dei casi, ora l’uno, ora l’altro dei contendenti. Ma dopo l’ultimo Consiglio dei ministri in notturna per mettere fine alla vicenda dei migranti da sbarcare, e riportare un po’ di serenità nel governo e nella maggioranza qualcosa è cambiato.
Intanto starebbero cambiando gli umori delle persone che il 26 maggio prossimo dovranno andare a votare per le Europee. La conferma viene dal un sondaggio della Index Research per conto di Piazza Pulita che vede Salvini e Di Maio in leggero calo di consensi rispetto all’ultima indagine demoscopica risalente al 18 dicembre scorso. La Lega passa dal 34,8 al 33,1% mentre gli eredi di Grillo scendono dal 24,8 al 24,1%. Il sondaggio, nella sua elementare schematicità è chiaro: il consenso verso i due partiti della maggioranza resta alto, inattaccabile da qualunque altra forza politica di opposizione, considerato tra l’altro che il Pd, sempre in base al sondaggio, recupera piccoli margini ma resta fermo al palo con un 17,5%, mentre Forza Italia che rispetto al 4 marzo del 2018 ha perso la metà dei consensi non riesce la superare la soglia dell’8%.
Detto questo bisogna vedere perchè stavolta il giudizio dei potenziali elettori ha dato un segnale così forte. Gli “stop and go” continui in materia di sicurezza e gestione profughi, economia, emergenza sociale, reddito e pensioni, non piace a chi aveva dato il voto al governo giallo verde in termini di svolta rispetto al passato. C’è comunque un’altra verità che il premier Conte e i suoi due vice non hanno tenuto sufficientemente conto nello stilare quella ‘camicia di Nesso’ passata con la finanziaria 2018 e legittimata da un documento programmatico troppo generoso per le traballanti condizioni delle risorse pubbliche.
La voglia di dare subito, senza adeguata copertura finanziaria (come testimonia la lunga ed estenuante trattativa con la commissione europea) a tutti gli impegni presi in campagna elettorale (dal reddito di cittadinanza alle partite Iva e alla flat tax, dalle pensioni agli investimenti e chi più ne ha più ne metta) non si è rilevata una mossa strategicamente pagante. Se a questo poi si aggiunge il fatto che si è voluto affrontare subito anche la questione delicatissima delle grandi opere, l’ingorgo alla fine era inevitabile cosi come inevitabili sono state le conseguenze sugli equilibri nella maggioranza e tra maggioranza e propri elettori, senpre coccolati dai due Salvini Di Maio.
Il sondaggio odierno ne è una conferma. Non è in discussione la maggioranza che resta ben salda intorno al 58% dei consensi, ma il modo in cui il governo sta gestendo i problemi che porta al tavolo delle discussioni. Quello che colpisce di più è comunque l’operato della Triade dove la cuspide di una delle tre lance del governo, quella del leader leghista Salvini, sembrerebbe soffrire di sovraesposizione politica e mediatica.
E.C.
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