Dopo i 37 arresti e i cento indagati, Mafia Capitale per la quale Silvio Berlusconi invoca le dimissioni di tutta l’assemblea capitolina, Matteo Salvini indica una soluzione con un sindaco leghista, mentre il primo cittadino Ignazio Marino annuncia una imminente rotazione tra i dirigenti del Comune, preoccupa anche il cardinale Pietro Parolin. A preoccupare il segretario di Stato Vaticano è soprattutto la mancanza di legalità:
“Come può non preoccupare? Come si fa a vivere senza legalità? Una società che non cura la legalità è una società destinata a lasciare il predominio soltanto al più forte e a calpestare il più debole”.
Il cardinale commenta il terremoto che scuote la credibilità della pubblica amministrazione romana durante una visita all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Che lo ispira a dire: “Credo che dovremmo venire qui qualche volta per capire qual è il senso vero della vita. E forse ritrovare anche quei valori autentici, tra cui c’è anche proprio questo senso profondo della legalità e del rispetto della legge, non soltanto come formalismo, ma come rispetto sostanziale dei diritti di ciascuno. E soprattutto, torno a dire, dei più deboli e dei più vulnerabili”.
Intanto, via Twitter il presidente dem Matteo Orfini annuncia: “Ozzimo,Coratti e Patanè si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia”. “Questa storia” è l’inchiesta sulla cosiddetta “Mafia Capitale” che vede i tre esponenti democratici tra gli indagati. Daniele Ozzimo, Mirko Coratti e Eugenio Patanè avevano già lasciato gli incarichi, rispettivamente, di assessore alla casa del Comune di Roma, presidente del consiglio comunale e consigliere regionale nel Lazio.
Sull’inchiesta torna Silvio Berlusconi, che al telefono con un’iniziativa dei Club Forza Silvio a Palermo chiede “ai partiti uno sforzo comune: si devono tutti dimettere. Vogliamo gente nuova che assicuri gestione trasparente. Non possiamo accettare che Roma, la urbs urbi più famosa del mondo, la nostra Capitale, possa essere gestita da chi è compromesso”.
Ma ad Ignazio Marino l’idea di mollare non lo sfiora neanche per un momento. Anzi, rilancia e si dice pronto anche per un secondo mandato. “La straordinarietà e la rilevanza degli eventi connessi alle indagini della Procura della Repubblica di Roma, che interessano l’Amministrazione Capitolina in queste ore – spiega il sindaco di Roma – coinvolgono anche le strutture amministrative dell’Ente, e le funzioni nevralgiche da loro assicurate. Ho dato quindi specifiche disposizioni per procedere tempestivamente a un adeguato riordino, a cominciare dagli incarichi apicali di tutte le strutture, proseguendo con l’applicazione del principio della rotazione già avviato da mesi, nel rispetto della competenza curricolare”. “Ciò avverrà – conclude il sindaco – a tutela dell’ Amministrazione e del gruppo dirigente, ferma la necessaria continuità amministrativa e il perseguimento degli obiettivi stabiliti, nell’ambito della corrente programmazione strategica”.
Fortuna nostra, al secondo mancano ancora 3 anni e mezzo, quindi per parlare di una continuazione di incarico e’ decisamente presto. Quello che invece si può’ affermare con certezza è’ che i guasti di Marino in questo anno e mezzo di governo della Capitale sono tali e tanti da augurarsi soltanto che Qualcuno dall’alto lo illumini e gli faccia mettere da parte la tracotanza tanto da capire la necessita’ di un passo indietro.
Giornalista per caso. Anni di ufficio stampa in pubbliche istituzioni, dove si legge e si scrive solo su precisi argomenti e seguendo ferree indicazioni. Poi, l'opportunità di iniziare veramente a scrivere. Di cosa? di tutto un po', convinta, e sempre di più, che informare correttamente è un servizio utile, in certi casi indispensabile.
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