La mafia compie un’ennesima strage. Nella tarda serata di ieri sera, a Taranto, trivellati da colpi di arma da fuoco, hanno perso la vita tre persone, il padre, un pregiudicato, la moglie e uno dei tre figli, un bambino di tre anni, tutti presenti in auto al momento dell’agguato mafioso.
Le vittime, Cosimo Orlando, 43enne in semilibertà, la compagna Carla Maria Fornari di 30 anni, e il figlio piccolo, erano a bordo di una Matiz rossa insieme agli altri due bambini, di 6 e 7 anni, rimasti illesi. L’omicidio, è avvenuto all’altezza dello svincolo per Palagiano. Un commando, si sarebbe affiancato alla vettura, sparando una raffica di 20 proiettili, uccidendo i genitori e il piccolo seduti nella parte anteriore della macchina.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i Carabinieri, che hanno trovato la vettura rovesciata sul guard rail, con i 2 bambini scampati all’agguato sdraiati sui sedili posteriori in stato di shok. Per adesso, sono gli unici due testimoni e non si sanno ancora le dinamiche esatte della strage. La sola certezza, che si tratta di un omicidio di stampo mafioso, forse per vendetta, oppure per droga.
Infatti, Cosimo Orlando, due anni fa, si rese protagonista di un duplice omicidio per una vicenda legata al traffico della droga, uccidendo due giovani di Castellaneta. Inoltre L’uomo, pur in stato di semilibertà era tornato ad avere un ruolo nella mala.
La compagna invece, madre del piccolo ucciso, era la moglie di Domenico Petruzzelli, padre del bambino, morto anche lui per motivi di droga proprio a Palagiano, due anni fa.
Si tratta, del secondo omicidio legato alla mafia nel giro di pochi mesi, dove, a perdere la vita è un bambino innocente. Nel mese di gennaio, infatti, nella località calabrese di Cassano allo Ionio, nella piana di Sibali, furono uccise altre tre persone, un bambino sempre di 3 anni, insieme al nonno e la compagna. I tre, sono stati prima assassinati e poi bruciati nella macchina.
Cocò, così si chiamava il bambino, era stato affidato a Iannicelli, il nonno, perchè entrambi i genitori erano finiti in carcere per motivi legati allo spaccio di stupefacenti. Anche Salvatore Iannicelli aveva precedenti dello stesso genere, ed era stato in carcere per alcuni anni.
Per questo motivo, l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti, che l’agguato mafioso, anche in questo caso, sia legato al traffico di droga.
A causa dell’ultimo brutale omicidio di stampo mafioso, il ministro dell’interno, Angelino Alfano, ha disposto l’immediato invio in Puglia di oltre sessanta operatori, appartanenti alla Polizia di Stato e all’Arma dei carabinieri nella provincia di Taranto.
Queste le parole del Ministro:”Bisogna dare risposta rapida e concreta a un fatto di inaudita ferocia”.
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