“Una norma veloce per gli abbattimenti”. E’ quello che serve, secondo il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, per fare fronte al “grosso problema, quello dell’abusivismo edilizio”, che come nel caso di ieri a Casteldaccia, nella Sicilia occidentale, ha fatto 12 vittime a causa dello straripamento del fiume Miliciale cui acque in pochi minuti sono entrate in una villetta abusiva portando via i componenti di due famiglie riunite per la festività.
L’abusivismo, come dice lo stesso Ministro, in Italia, “ha una storia antichissima” che ha avuto il suo culmine dopo la seconda guerra mondiale con una diffusa edificazione in spregio alle normative urbanistiche ed edili. L’abusivismo perpetrato su suoli non idonei alla fabbricazione non è solo la “scorciatoia procedurale” verso la realizzazione di un immobile, ma anche – come, appunto, diversi casi della cronaca hanno mostrato – l’accensione di una fonte di grave pericolo a causa del dissesto del suolo ne può derivare.
Il ministro di Costa, arrivando questa mattina ad un convegno alla Fondazione Cariplo di Milano, ha annunciato ai giornalisti di avere “costituito un gruppo di lavoro fatto da magistrati, forze dell’ordine e giuristi per studiare e proporre al Parlamento e al Governo una norma più veloce per gli abbattimenti perché dobbiamo tutelare il bene collettivo”, ha aggiunto.
In particolare, per quanto riguarda il caso in Sicilia, “il procuratore della Repubblica ha rappresentato pubblicamente che quella casa era abusiva e questo fa riflettere: se una casa è in un luogo in cui non si può costruire non è per un vincolo apodittico, per il gusto di metterlo, ma quel vincolo serve a tutelare quelle persone che, ahimè, non ci sono più e per tutelare il bene collettivo”, ha poi aggiunto il ministro Costa. “Ci sarà un motivo per cui si dice ‘no’ in alcuni casi, quindi se qualcuno malgrado il ‘no’ tende comunque a costruire ci deve essere una norma più veloce e speditiva, garantista per tutti i cittadini e per il bene collettivo che quella casa poi non rimanga imperitura per anni”.
La villetta di Casteldaccia (Palermo) travolta dal fango e dall’acqua provenienti dal fiume Milicia era abusiva e sulla casa pendeva un ordine di demolizione. Ma la demolizione non è mai stata eseguita perché i proprietari hanno impugnato l’ordine del Comune davanti al Tar. Lo ha spiegato il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto: “Finora il Tar non si era espresso – ha detto il sindaco – quindi non abbiamo potuto demolire la casa”. La documentazione relativa alla demolizione è stata consegnata dal sindaco alla polizia che conduce l’inchiesta coordinata dalla Procura di Termini Imerese (Palermo). “Siamo qui con la polizia – ha aggiunto l’ex deputato dell’Ars – perché stiamo consegnando tutte le carte”.
Ma il Tar di Palermo ha sapere di non avere mai sospeso l’ordine di demolizione della villetta abusiva di Casteldaccia in cui sabato notte 9 persone sono morte travolte dalla piena del fiume Milicia. Il Comune, che aveva emesso il provvedimento di abbattimento nel 2008, avrebbe dovuto demolire l’immobile anche se i proprietari avevano fatto ricorso al tribunale amministrativo. “E comunque non può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l’efficacia dell’ordine di demolizione. In ogni caso, nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l’ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; ne’ il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l’ordinanza di demolizione poteva – e doveva – essere eseguita”, scrive il Consiglio di Stato in una nota. Sulla tragedia la Procura di Termini Imerese indaga per disastro colposo e omicidio colposo.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *
Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento.
Δ
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
© Copyright 2020 - Scelgo News - Direttore Vincenzo Cirillo - numero di registrazione n. 313 del 27-10-2011 | P.iva 14091371006 | Privacy Policy