Si prospetta nella Capitale la chiusura dei campi rom e l’assegnazione di immobili abbandonati, di proprietà del comune, agli sfrattati dagli insediamenti abusivi. Lo ha annunciato il sindaco Ignazio Marino, intervenendo giovedì sera alla trasmissione Announo su La7 e giustificando la sua scelta con un “Ce lo chiede l’Europa“.
“Una delle soluzioni proposte dall’Unione europea è quella di affidare a Rom, Sinti e Caminanti (ricordiamo che con una circolare dell’8 aprile l’attuale sindaco di Roma ha vietato in tutti gli atti del comune l‘utilizzo del termine ‘nomadi’, in quanto “il fattore culturale è centrale per superare le discriminazioni”, ndr) dell’edilizia non più utilizzata affinché si possa fare dell’autocostruzione, rendendo quei luoghi in abitabili, ed eliminare le situazioni di grave disagio” rappresentate dai campi, “non solo per loro ma anche per le altre popolazioni che vivono nei quartieri dove ci sono gli insediamenti”.
Quello di togliere dal degrado i rom sgomberando i loro campi e dando loro un alloggio sia pure abbandonato, è il progetto che più sta a cuore ad Ignazio Marino in un momento in cui le periferie della Capitale sono in piena protesta per questioni di sicurezza. Degrado, campi rom, fumi tossici, insediamenti abusivi, immigrazione incontrollata, nonché microcriminalità diffusa e prostituzione, spaccio e tante famiglie al di sotto della soglia di povertà affliggono da mesi gli abitanti di Tor Sapienza, Torre Angela, Torpignattara, Corcolle, Esquilino, San Giovanni, Aurelio, Marconi, Magliana, Eur, che hanno visto i loro quartieri trasformati in banlieu.
Anni di abbandono e politiche sbagliate, dovute anche alla mancanza di dialogo tra le istituzioni (il problema dei campi rom, ad esempio, non è di sola competenza comunale ma coinvolge prefetto e municipi) hanno messo a repentaglio la salute psico-fisica di migliaia di romani. Tanto da sollecitare il Viminale a scendere in campo studiando una nuova ricollocazione delle aree più «a rischio».
Intanto Ignazio Marino, archiviata la questione Tor Sapienza puntando il dito su chi (il suo predecessore, Alemanno) ha aperto il centro di accoglienza oggetto del contenzioso comune-abitanti del quartiere non manca di richiamare dal mezzo di comunicazione del momento (oggi Radio Radio, l’altra sera Announo) l’attenzione dei cittadini sulla necessità di superare la “visione di quei tempi” (tempi di Rutelli e Veltroni) nei quali il campo nomadi era una sorta di ghetto.
“Erano soluzioni probabilmente in sintonia con la visione di quei tempi – dice il sindaco con l’indice di gradimento più basso – che oggi devono essere superate».
Nel frattempo il leader leghista Matteo Salvini, additando Marino come il “responsabile del degrado cittadino”, ha annunciato un proprio candidato alle prossime elezioni comunali di Roma. Allora sì, che il risultato della Lega sarà strabiliante: altro che quello appena uscito dalle urne delle regionali per l’Emilia Romagna, dove il suo candidato è arrivato secondo con poco meno del 30% dei voti. Per la questione rom, non si può continuare a lasciar fare: la politica della precedente amministrazione, d’intesa col Viminale, aveva chiuso i campi più indecorosi, a cominciare da Casilino 900, e aveva operato centinaia di sgomberi di insediamenti abusivi, sistemazioni in strada, prevedendo collocazioni dignitose. Oggi sembra di essere tornati al punto di partenza. Con l’aggravante che il numero di nomadi presenti nella Capitale è notevolmente aumentato. Ma non si può pensare, né lasciare che il sindaco Marino dia seguito ai suoi annunci-spot.
“La casa ai rom… è veramente troppo. Un’idea assurda e inaccettabile” dice Federico Rocca, consigliere d’opposizione: “Da Marino ennesima follia”. Un insulto a tutti quei cittadini romani che da anni attendono un alloggio popolare, a quelle famiglie che non arrivano a fine mese e che magari hanno figli a carico o persone con disabilità, le quali non possono permettersi di pagare un affitto e vivono in situazioni di estremo disagio. E’ grave che il Sindaco invece di pensare a loro si preoccupi di regalare le case ai rom con i nostri soldi. Ora basta, ne abbiamo sentite e subite troppe, Marino se ne deve andare prima di subito, tutta la città da mesi lo sta invitando a togliere il disturbo, dalle periferie, ai commercianti, ai dipendenti capitolini, a difenderlo è rimasto solo il PD per meri interessi di botteghe poiché se potessero lo avrebbero già mandato a casa. Marino abbia pietà dei romani, si dimetta”.
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