“Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato. La responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto. Ma anche l’unità costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini”. È rivolto agli italiani, all’unità “difficile, fragile, lontana”, il primo passaggio del discorso alle Camere del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“L’impegno di tutti – ha proseguito tra gli applausi – deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani a realizzare le loro speranze”, considerato che la “lunga crisi” ha “inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese e ha messo a dura prova la tenuta del suo sistema produttivo”.
La soluzione alle “ingiustizie”, “nuove povertà”, “emarginazione e solitudine” saranno “i punti dell’agenda esigente su cui sarà misurata la vicinanza delle istituzioni al popolo”. “Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione” alimentando così una “inversione del ciclo economico” da lungo attesa.
Mattarella ha chiarito subito come “l’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità, risposte adeguate alle sfide che abbiamo di fronte”.
Un invito che il ministro Maria Elena Boschi raccoglie immediatamente: “Il Presidente della Repubblica ci esorta ad andare avanti con le riforme – scrive su Twitter – Lo faremo con determinazione”. Lorenzo Guerini vede nel Capo dello Stato una figura “garante” del processo di riforma avviato dal Governo Renzi.
Riforme che sono attese non solo dal Paese ma anche dalla Ue, che ha già fatto sapere come non si possa tergiversare oltre a causa del rischio di pesanti squilibri nel quadro macroeconomico qualora non venissero portati a termine i procedimenti di liberalizzazione e gli interventi sul mercato del lavoro.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha fatto sapere che l’Italia “sfrutterà al meglio la nuova flessibilità”. “Nel dialogo continuo e costruttivo con la Commissione – ha spiegato – faremo valere le circostanze eccezionali, cioè ciclo deteriorato, assenza di crescita nominale e proseguiremo il grande sforzo delle riforme che il governo sta già attuando e che la Commissione apprezza”.
Inoltre, con l’impegno a proseguire il rafforzamento della performance del bilancio pubblico il debito “si metterà rapidamente, io credo nel 2016, in discesa e questo assicura sostenibilità, confermata anche dall’analisi completata dalla Commissione”.
Il percorso deve essere costante e sostenuto, considerati gli indicatori spesso negativi e la fragilità di quelli con il segno positivo. La dinamica dei prezzi dei beni a consumo rilevata nelle stime preliminari dell’Istat indica che l’inversione di tendenza tarda ancora ad arrivare: a gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività “diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% nei confronti di gennaio 2014”.
“Rispetto a gennaio 2014, i prezzi dei beni diminuiscono dell’1,5% (era -0,8% a dicembre) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi si dimezza (+0,5%, da +1,0% del mese precedente). Di conseguenza – spiega l’Istituto – rispetto a dicembre 2014 il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si amplia di due decimi di punto percentuale”. L’inflazione acquisita per il 2015 si attesta a -0,6%.
La flessione su base annua dell’indice generale è da ascrivere “in larga misura” all’accentuarsi della “caduta tendenziale dei prezzi dei Beni energetici, in particolare di quelli non regolamentati (-14,1%, da -8,0% di dicembre), e al rallentamento della crescita annua dei prezzi dei servizi, con particolare riferimento a quelli dei Servizi relativi ai Trasporti (+0,2%, da +2,0% del mese precedente)”.
Intanto, mentre si concretizza trasversalmente l’attesa sul percorso delle riforme, arriva la notizia della decisione della Conferenza dei capigruppo della Camera di non riprendere immediatamente i lavori per il ddl sulle riforme costituzionali. Renato Brunetta, presidente dei deputati forzisti, invita a “riflettere sugli errori commessi dal governo nel volere parossisticamente calendarizzare la riforma costituzionale, con i bei risultati che abbiamo visto”.
Parlando di “pausa di riflessione e un po’ di chiarezza”, Brunetta vede il Parlamento nel mezzo di un “ingorgo”: “abbiamo la responsabilità civile dei magistrati che va approvata nel più breve tempo possibile per evitare le sanzioni previste dalle procedure di infrazione, abbiamo il decreto Milleproroghe e il decreto banche popolari”. Oltre ovviamente al Jobs Act. Quindi la decisione dei capigruppo di concedere più tempo ai lavori di commissione.
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