Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera la manovra da 37 miliardi e il decreto fiscale, dopo una lunga giornata di vertici, litigi e posizioni contrapposte. Nel comunicato uscito a notte fonda, al punto 22. si legge testualmente: “ Si abolisce il numero chiuso nelle Facoltà di
Medicina, permettendo così a tutti di poter accedere agli studi”.
Il provvedimento arriva un po’ a sorpresa, perché niente nei giorni precedenti aveva fatto presagire l’idea di prendere in esame anche se il ministro della Salute Giulia Grillo aveva fatto un’apertura in tal senso, appoggiata poi dal vice-premier Matteo Salvini. Una proposta da più parti giudicata improcrastinabile ed indispensabile ad assicurare l’aumento di laureati vista la drammatica carenza di medici.
Ora, però, dopo le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che interpellato a Venezia dai giornalisti ha risposto con un “non mi risulta”, aggiungendo invece che stanno “lavorando per allargare il numero degli ammessi: sarà un percorso graduale, ma si farà”.
A seguire, anche una nota congiunta ministri Salute e Istruzione con la quale Grillo e Bussetti comunicano di avere chiesto, in sede di Consiglio dei ministri, di “aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina. E’ un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il governo intende onorare”. Successivamente è lo stesso Palazzo Chigi, a precisare che “si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i ministeri competenti e la Crui, che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”.
Si sta dunque facendo luce su quello che era già diventato un caso politico e mediatico: l’abolizione del numero chiuso nelle facoltà di Medicina, definita in un tweet dal presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, “decisione folle”. “Un dispetto agli studenti e ai cittadini”, invece, per Andrea Lenzi, ex presidente del Consiglio Universitario Nazionale e attuale presidente del Comitato nazionale dei Garanti per la Ricerca del Miur e del Comitato di Biosicurezza e Biotecnologie della Presidenza del Consiglio durante la presentazione del premio ‘FareRete’. “In tre righe hanno cancellato il numero chiuso in medicina – ha sottolineato Lenzi riferendosi al comunicato al termine del CdM -, ovviamente sbagliando anche il nome, visto che il numero sarebbe ‘programmato’ e non ‘chiuso’. È un favore immenso agli universitari, perché raccoglieranno molte più tasse, ma è un dispetto agli studenti, che non avranno più una laurea spendibile in Europa, e un dispetto ai cittadini, che fra qualche anno non avranno dei medici all’altezza. Lo standard medico italiano è tra i migliori al mondo, tant’è vero che il 10% purtroppo va all’estero, ma noi siamo bravi a fare esperimenti per farci del male”.
A.B.
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