È iniziato all’alba lo sgombero della Giungla di Calais, il campo profughi improvvisato che dà alloggio a migliaia di migranti ormai da un anno e mezzo. Secondo il prefetto della regione francese del Nord-Pas de Calais, Fabienne Buccio, “Tutto si sta svolgendo normalmente, in modo organizzato e metodico”.
Le operazioni dureranno almeno una settimana: nella tendopoli, aperta ormai da un anno e mezzo, si stima vivano tra 6 mila e 8 mila persone. Secondo il quotidiano Le Figaro, per garantire la sicurezza durante le operazioni di evacuazione sono scesi in campo 1.250 agenti di Polizia.
I primi autobus sono arrivati verso le 6.15 di stamattina. Solo oggi ne sono partiti almeno venti. I migranti saranno trasferiti in altri centri di accoglienza sparsi sul territorio francese: il Figaro cita per esempio Allex e Saint-Denis-de-Cabanne, nella regione Alvernia-Reno-Alpi. Altri sarebbero dovuti andare a Loubeyrat – sempre nella stessa regione, nei pressi di Clermont-Ferrand – ma il centro di accoglienza e orientamento allestito nella cittadina è rimasto danneggiato stanotte in un tentativo di incendio doloso. Per fortuna a quell’ora la struttura era deserta: i pompieri non hanno avuto difficoltà a spegnere le fiamme e nessuno è rimasto ferito. Ma l’episodio dice molto dell’atteggiamento con cui le comunità si preparano a ricevere i profughi.
“Lo smantellamento di Calais era inevitabile”, dice Loris De Filippi, presidente di MSF Italia (la sezione italiana di Medici senza frontiere), al lavoro in Francia dall’inizio dell’emergenza. Troppi i migranti costretti a vivere in condizioni “indegne e pericolose”. “Ma lo sgombero” – prosegue De Filippi – non risolverà la situazione delle persone” che “cercano disperatamente di raggiungere l’Inghilterra” e “continueranno a tentare la traversata”:
Siamo preoccupati per tutte le persone che si costruiranno ripari di fortuna in altri siti nel nord della Francia, in una regione dove la temperatura invernale scende molto al di sotto dello zero.
Circa due settimane fa FTDA, una ONG francese, ha provato a censire i profughi accampati a Calais e ha scoperto che la Giungla ospita 1 291 minori non accompagnati. Le autorità francesi hanno fatto sapere che, prima di trasferirli altrove, intendono fare tutti gli accertamenti possibili sulla loro identità e sulla loro situazione.
Un altro incendio si è sprigionato nel campo Moria, una struttura per richiedenti asilo gestita da personale UE sull’isola greca di Lesbo, nel mar Egeo. Circa settanta persone – per lo più cittadini del Pakistan e del Bangladesh – hanno lanciato pietre e appiccato il fuoco ai prefabbricati, danneggiandone tre in modo abbastanza grave. A scatenare la loro rabbia sarebbero stati i ritardi con cui vengono esaminate le domande di asilo politico.
Intanto le condizioni favorevoli del clima hanno determinato un’impennata degli sbarchi nel Mediterraneo: solo negli ultimi tre giorni le navi impegnate nel Canale di Sicilia hanno raccolto circa 12 mila persone. Tutto fa presagire che nel 2016 si registrerà il record di arrivi: finora a detenere il primato è il 2014, anno in cui sbarcarono sulle nostre coste 170 mila migranti. Da gennaio 2016 gli sbarchi censiti sono stati 153 450, 15 mila in più rispetto allo stesso periodo del 2015 e 1 300 in più rispetto al 2014. Ma ancora più numerosi, oltre 167 mila, sono gli ospiti del nostro sistema di accoglienza, distribuiti fra i centri permanenti e le strutture temporanee. Ventimila sono i minori non accompagnati, contro i 12 mila contati nel 2015.
F.M.R.
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