Milioni di ragazzi, studenti e cittadini si sono riversati in più di 2.000 piazze di 123 Paesi per il ‘Global Strike For Future’. Una marea che ha invaso anche l’Italia, prima Nazione al mondo per numero di adesioni con 235 città coinvolte da nord a Sud della Penisola.
Dietro questo movimento studentesco (Fridays for Future) nato a poco a poco c’è una ragazzina svedese di sedici anni, Greta Thunberg, che lotta con grande fervore e ostinazione contro il riscaldamento climatico. Ha iniziato a protestare il 20 agosto scorso, non è passato cioè nemmeno un anno dalla prima volta in cui Greta si rifiutò di andare a scuola per sedersi davanti al Parlamento svedese e protestare contro chi ha nelle mani la salvezza e la rovina del pianeta e non fa nulla per cambiare le cose. Era un venerdì, come questo venerdì scioperano i ragazzi ‘verdi’.
Greta porta avanti la sua lotta insieme ad altre 6 giovani attiviste. Lo fa con dati scientifici alla mano e in una lunghissima lettera ripresa, da La Stampa, spiega perché questo movimento doveva nascere.
“Non avevamo scelta. Sapevamo che c’è una crisi climatica in atto. lo sapevamo perché le foreste in Svezia o negli Stati Uniti erano state decimate dalle fiamme… per il susseguirsi di alluvioni e siccità in Germania e Australia, per il collasso di iconici ghiacciai alpini e per lo scioglimento del permafrost nel Circolo polare artico, e così via”….
“I politici ci hanno delusi. Abbiamo visto anni di negoziazioni finire in accordi sul clima a dir poco patetici.Abbiamo visto come alle compagnie di combustibili fossili sia stata data mano libera nello sventrare le nostre terre, forare il suolo e bruciare il nostro futuro per il loro profitto. Abbiamo visto le fatturazioni idrauliche nei campi, le perforazioni petrolifere in alto mare e le miniere di carbone andare avanti”.
“Molti di noi non hanno ancora 20 anni e potrebbero essere ancora in giro nel 2080, costretti a fare i conti con la prospettiva di un mondo anche di 4 centigradi più caldo”……
“Dobbiamo cambiare il sistema corrente”.
L’adesione alla manifestazione in Italia
TORINO – Per quanto riguarda l’Italia, sono almeno 10mila le persone, migliaia di studenti ma non solo, in piazza a Torino per #Fridaysforfuture!. I partecipanti che sfilano dietro lo striscione ‘Cambiamo il sistema non il clima’ arrivano in piazza Castello per l’evento principale con la partecipazione di molti ospiti, fra cui il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, che dice: “Questa è davvero l’ultima chiamata non perché sia uno slogan ma perché siamo già il ritardo, il pianeta è intossicato il valore di Co2 è il massimo registrato negli ultimi 3 milioni di anni e per non peggiorare la situazione dobbiamo agire adesso, quindi la cura va fatta subito, senza indugiare neanche un giorno”.
MILANO – Migliaia anche a Milano per il corteo in difesa del Pianeta. Al grido di ‘Noi a scuola non ci andiamo’, i giovani sono partiti da Largo Cairoli poco dopo le 9:30, diretti a Piazza della Scala. “Questa – dicono – è una piazza di giovani, di persone e non c’è nessun partito che può rappresentare le nostre lotte”. Perché “in questi anni nessun partito ha fatto niente per il clima”. Gli organizzatori indicano tra 30 e 40mila i partecipanti al corteo.
ROMA – Nella Capitale piazza Venezia è gremita di studenti e manifestanti: migliaia i ragazzi che dal Colosseo hanno marciato fino all’Altare della Patria. “C’è una presa di coscienza sempre maggiore sul problema del surriscaldamento globale e sugli effetti che questo fenomeno può avere sul pianeta” testimoniano gli studenti, che si descrivono come “persone attente all’ambiente sin dai comportamenti più semplici e quotidiani, come ad esempio quello di spostarsi in bicicletta anziché con mezzi a motore o di riciclare e fare la raccolta differenziata”.
In piazza con gli studenti anche il geologo Mario Tozzi, unico adulto ammesso a parlare dal palco di Roma: “Mi sento in colpa per aver aspettato troppo a scendere in piazza. Abbiamo ignorato un problema che si conosce da tanto tempo” ha detto all’AdnKronos. “Dobbiamo riconvertire le nostre attività produttive, come si sa. Ma dobbiamo farlo subito, con accordi sia internazionali, seri e vincolanti sul clima, che nazionali, perché il Governo prenda decisioni per favorire chi si riconverte ecologicamente, che su quello personale, rinunciando il più possibile all’autovettura e mangiando meno carne”.
PALERMO – Altri 5mila in marcia anche a Palermo per il corteo partito da piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo. Ad aprire la manifestazione uno striscione giallo molto grande con su scritto: “Fermiamo la febbre del pianeta”. I ragazzi hanno gridato durante il corteo ‘Siamo tutti antirazzisti’.
FIRENZE – Manifestazioni anche in tutti i capoluoghi di provincia della Toscana e in molti comuni più piccoli in occasione dello sciopero globale per il clima. A Firenze sono circa 10mila i manifestanti che si sono radunati in piazza Santa Croce, in larga parte giovani e giovanissimi. Corteo per le vie del centro in direzione di piazza Santissima Annunziata: centinaia i cartelli e gli striscioni esposti dai manifestanti, con slogan quali ‘Invertire la rotta è possibile’ e ‘Vogliamo il pianeta più pulito’.
GENOVA – Piazza gremita anche a Genova, dove centinaia di ragazzi sono arrivati per ‘Fridays for Future’ e le politiche sul clima. La manifestazione è iniziata da piazza De Ferrari con studenti delle scuole superiori, dei licei cittadini e poi gruppi e associazioni e si sposta verso il porto Antico dove si conclude con un flash mob.
LEGAMBIENTE – Legambiente fa il punto sulle adesioni al Global Strike, che vede l’associazione in prima linea in 150 località. “E’ una giornata storica per l’Italia – dice il presidente Stefano Ciafani -. In piazza è scesa una marea di giovani che merita risposte adeguate, soprattutto da parte del governo italiano da decenni impegnato a strizzare l’occhio solo alle lobby delle fossili. Il primo sciopero degli studenti italiani sui cambiamenti climatici è una novità assoluta per chi, come noi, si batte dal 1980 per combattere i cambiamenti climatici. Siamo scesi in piazza con loro perché questa rivoluzione è già in atto e non può più attendere. Il governo italiano azzeri immediatamente i 16 miliardi di euro di sussidi che ogni anno regaliamo alle società petrolifere”.
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