Accusato di molestie da otto donne, il produttore di Hollywood Harvey Weinstein, si è costituito oggi a New york. Dovrà rispondere di stupro e altri reati sessuali. Si tratta delle prima inchiesta contro il produttore giunta al rinvio a giudizio, sulla base delle accuse, le prime di una lunga serie, avanzate dall’attrice Lucia Evans, che ha denunciato di essere stata aggredita dal produttore nel 2004, e da un’altra donna che non ha mai reso pubblico il suo caso.
Weinstein è entrato in un ufficio di polizia di New York davanti al quale erano asserragliati un ‘plotone’ di giornalisti e fotografi. La scena ha fatto venire subito alla mente le passeggiate che il produttore era solito fare sul ‘red carpet’: ciò sottolinea ulteriormente quanto Weinstein sia caduto in disgrazia da quando dozzine di donne si sono fatte avanti sul New York Times e nel New Yorker per accusarlo pubblicamente di cattiva condotta sessuale. Il cauzione in cambio della sua libertà dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di dollari, secondo una fonte delle forze dell’ordine.
Weinstein è anche sotto inchiesta per presunti crimini sessuali a Los Angeles e Londra. I procuratori federali di New York hanno avviato un’indagine anche su questi, secondo il Wall Street Journal. Le accuse nei suoi contro si sono susseguite portando alla ribalta da tutto il mondo la storia di numerose vittime di advance sessuali da parte di uomini potenti.
“Io, e molti dei sopravvissuti di Harvey Weinstein, avevamo perso la speranza che il nostro stupratore sarebbe stato ritenuto responsabile per legge. Vent’anni fa avrei giurato che non si sarebbe arrivati a questo punto, oggi siamo un passo avanti verso la giustizia”, ha detto l’attrice Rose McGowan, una delle prime donne ad accusare pubblicamente Weinstein di aggressione.
E a dire il vero i timori di queste donne non erano infondati. Dopo le prime accuse l’ex potente produttore cinematografico di origini ebraiche aveva cercato in ogni modo di mettere a tacere lo scandalo non esitando a chiedere aiuto allo stesso Mossad e ad alcuni ex agenti dei servizi segreti israeliani che avevano provato a ricattare ed imtimidire alcune delle donne che lo avevano denunciato. Ma alla fine tutto si è rivelato inutile e Weinstein è stato seppellito da una montagna di accuse che lasciano prefigurare per l’ex potente di Holliwood un pesante futuro di galera.
“Eravamo giovani donne che sono state aggredite da Weinstein e in seguito terrorizzate dalla sua vasta rete di complicità. Sto con i miei compagni sopravvissuti. Possa questo dare speranza a tutte le vittime e sopravvissuti di tutto il mondo che stanno dicendo le loro verità”, ha detto in una dichiarazione a The Hollywood Reporter.
Dozzine di donne si sono fatte avanti pubblicamente per accusare il produttore hollywoodiano di cattiva condotta dopo le notizie del New York Times e del New Yorker del 2017 sul suo modo di trattare le donne, incluse le attrici con cui lavorava.
Le accuse hanno catalizzato il decennale movimento #MeToo che richiama l’attenzione sulle violenze sessuali contro le donne. Si fa più folto intanto il gruppo degli uomini potenti sotto accusa per reati sessuali: dai giornalisti Matt Lauer e Mark Halperin agli chef Mario Batali e John Besh. Giovedì, la CNN ha riferito che ben otto donne hanno accusato l’attore Morgan Freeman di comportamento inappropriato e molestie.
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