Juan Manuel Santos ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2016. Il presidente della Colombia si è aggiudicato il riconoscimento per lo storico accordo di pace con i ribelli marxisti delle FARC, che potrebbe chiudere una stagione di conflitti lunga più di cinquant’anni.
L’accordo di pace – arrivato dopo quattro anni di negoziati, con la mediazione di Cuba, e annunciato lo scorso 26 settembre a Cartagena – è stato respinto dagli elettori in un referendum che ha visto prevalere il “no” a strettissima maggioranza. Ma il comitato promotore del Nobel ha comunque deciso di premiare Santos per essersi “giocato il tutto per tutto” nei negoziati di pace e per aver “preso l’iniziativa per primo”.
“I colombiani non hanno detto di no alla pace”, ha commentato Kaci Kullman Five, la presidente del Comitato norvegese per il Nobel, che assegna ogni anno l’ambito premio: hanno respinto “questo accordo in particolare”, che però è stato il primo in cui i guerriglieri delle FARC si sono impegnati al disarmo.
Come si legge nel comunicato ufficiale, il premio è stato assegnato a Santos per “i suoi risoluti sforzi per terminare la guerra civile nel suo paese, lunga più di 50 anni”, “costata la vita ad almeno 220 mila colombiani” e che ha costretto “più di sei milioni di persone” ad abbandonare le loro case.
Il premio è stato conferito solo al presidente. È una scelta insolita: nel caso di altri accordi di pace storici, il Comitato ha premiato esponenti di entrambe le parti. È il caso del Nobel 1994, assegnato agli israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin insieme al palestinese Yasser Arafat per gli accordi di Oslo, o del Nobel 1998, andato all’indipendentista John Hume e al First Minister unionista Sir David Trimble per gli accordi del Venerdì Santo che hanno messo fine al conflitto in Irlanda del Nord. Quest’anno, invece, i rappresentanti delle FARC sono rimasti a bocca asciutta: una giustificazione possibile è che i ribelli non hanno ancora deposto le armi come promesso, anche perché il trattato che li impegnava è stato bocciato dagli elettori, e quindi i negoziatori sono dovuti tornare al tavolo delle trattative per trovare un altro accordo che vada loro bene. In ogni caso, la Kullmann non ha voluto commentare questo dettaglio: il Comitato, ha detto, non rilascia mai dichiarazioni sui candidati che non hanno vinto il premio.
Tra i candidati al premio, Santos era considerato uno più probabili vincitori. Ha battuto la concorrenza degli abitanti delle isole greche e della Cancelliera federale tedesca Angela Merkel, entrambi per i loro sforzi a sostegno dei migranti: una questione tanto importante e urgente da spingere l’ONU a indicare l’ex Alto Commissario per i Rifugiati, Antonio Guterres, come prossimo Segretario Generale. Erano candidati anche papa Francesco, Edward Snowden – l’ex collaboratore della CIA che ha rivelato al mondo i capillari programmi di sorveglianza dell’intelligence USA – e il medico congolese Dennis Mukwege, che ha salvato migliaia di donne vittime di stupro.
F.M.R.
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