Il 42% degli italiani, quasi uno su due, è obeso o in sovrappeso (31,6%). Nella giornata dell’Obesity Day, promossa dall’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica, Coldiretti/Ixè traccia un ritratto a tinte fosche dell’alimentazione in Italia.
Tanto per cominciare, l’obesità non è un’opinione. Nel senso che non si sta parlando di avere “qualche chilo in più” e quindi di subire la condanna di un certo tipo di concezione “estetica” imperante della società contemporanea, che ci vorrebbe magri anzi magrissimi, bellissimi e con gli addominali da instagram e i denti perfetti.
L’obesità, come sottolinea Michela Barichella, responsabile UOS Dietetica e Nutrizione Clinica del Pini-CTO di Milano “è una malattia cronica multifattoriale in continuo aumento, un problema per la salute pubblica”. Secondo l’ultimo rapporto di Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute) in Italia, più si cresce più si è a rischio di aumentare vertiginosamente di peso: in media, il tasso di obesità supera il 15% tra i 50 e i 69 anni d’età.
Ma ci sono anche buone notizie. Dall’indagine di Coldiretti e dell’Ixé sui “Cambiamenti delle abitudini alimentari degli italiani”, che verrà presentata venerdì in occasione della quindicesima edizione del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio, emerge che quasi la metà degli intervistati ha seguito una dieta nel corso dell’ultimo anno e nel 2015 si è registrato un aumento negli acquisti di pesce (+5%) e olio di oliva (19%).
Un segnale che gli italiani stanno cominciando a modificare il loro regime alimentare a favore di uno più salutare a causa del sopraggiungere di patologie come diabete, ipercolesterolemia, celiachia e pressione alta.
Il controllo del peso è forse una delle armi più valide, a livello di prevenzione, contro l’insorgere dei tumori. Per questo, sottolinea la dietista Nagaia Madini è consigliabile “mantere un’alimentazione abbinata ad esercizio fisico”. Infatti, “fare movimento per almeno 30 minuti” al giorno è importante quanto mangiare bene.
Soprattutto se, come rivela uno studio dei ricercatori della Cambridge University pubblicato sulla rivista Nature, si è geneticamente predisposti all’obesità. Gli scienziati hanno offerto ai partecipanti un buffet all-you-can-eat in cui erano presenti tre tipi diversi di pollo al curry con lo stesso sapore e aspetto, ma in cui il contenuto di grassi era pari al 20%, 40% e 60% delle calorie complessivo dell’alimento. Il risultato è stato che chi possedeva un gene MC4R (Melacortin 4 receptor, una proteina implicata nella regolazione dell’appetito e della sazietà) difettoso ha ingerito quasi il doppio della quantità di pollo con alta percentuale di grassi, rispetto a chi non aveva questa caratteristica. Nel caso invece del dolce alle fragole e meringa (con diversi contenuti di zucchero), coloro che avevano questa “tara genetica” hanno scelto quello con meno zucchero.
Ma la predispozione a mangiare più del dovuto sarebbe anche “colpa” dell’evoluzione umana, poichè nel corso dei secoli, avrebbe aiutato a far fronte a periodi di carestia proprio grazie al maggior apporto calorico.
Nella giornata di oggi, 150 centri di dietologia ADI (Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione clinica), presenti in tutta Italia, mettono a disposizione i loro esperti per visite gratuite di informazione, consulenza e prevenzione.
Laurea magistrale in Storia contemporanea presso L'Università degli studi Roma tre. Master di primo livello I mestieri dell’Editoria, istituito da “Laboratorio Gutenberg” di Roma con il patrocinio del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale presso “Università Sapienza di Roma”. Dopo la laurea ho svolto uno stage presso Radio Vaticana, dove ho potuto sperimentare gli infiniti linguaggi della comunicazione.
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